PESCHE E NETTARINE PIATTE FUTURO DEL COMPARTO. SPAGNA E ITALIA INVESTONO. IL CASO DELL’OP ARMONIA

La partita di mercato sulle pesche e nettarine piatte che l’OP Armonia guidata da Marco Eleuteri ha aperto con la realizzazione a Fermo del principale polo produttivo europeo, si sta facendo interessante anche alla luce dell’ultima campagna in cui la Spagna, principale produttore europeo di drupacee, ha esportato il 40% in meno dei volumi.
È quanto è emerso nel corso dell’evento ‘Pesche e nettarine piatte. Sostenibilità e sapore per soddisfare il consumatore’ tenutosi ieri nel quartiere fieristico di Madrid, durante l’ultima giornata di Fruit Attraction. L’evento è stato organizzato da OP Armonia in collaborazione con IRTA, ricerca y tecnologia agroalimentaries, PSB producción vegetali e l’azienda agricola Eleuteri.

Paco Borras

“A livello europeo – ha spiegato Paco Borras, consulente agrario – le drupacee stanno andando male anche perché la domanda si è ridotta significativamente. Tra i motivi, il fatto che il consumatore è confuso dalla enorme quantità di tipologie presenti sul mercato. Nei principali Paesi di sbocco, per drupacee, ossia Germania, Austria, Belgio, Olanda, Danimarca, Finlandia e Svezia, i consumi sono precipitati e nel 2021 si sono assestati intorno alle 500mila tonnellate. Una cifra quasi irrisoria se si considera che la Spagna ne produce quasi due terzi di più. La conseguenza è che stanno diminuendo anche le produzioni nelle zone più vocate della Spagna. Parallelamente, i principali centri di ricerca, stanno testando nuove varietà, soprattutto pesche e nettarine piatte, che possano incontrare al meglio l’interesse dei consumatori, sia per la qualità, che per l’attenzione alla sostenibilità sia ambientale che economica. Le aspettative sulle pesche e nettarine piatte è così alta che oggi rappresentano circa il 90% delle nuove piantumazioni di drupacee in Spagna”.
L’andamento dei consumi, in Europa, in base alla varietà di drupacee, rivela uno scenario del tutto cambiato rispetto a dieci anni fa: in drastico calo i volumi di pesche e nettarine tradizionali nei principali Paesi di sbocco (circa 300mila tonnellate nel 2021) mentre sale il consumo di angurie che, nel 2021, è arrivato a 600mila tonnellate; e di uva da tavola,  che grazie alle varietà apirene ha registrato vendite per 500mila tonnellate.
“Nella campagna spagnola 2022 – ha detto Borras – i minori volumi delle drupacee causati dalle condizioni climatiche avverse, hanno fatto lievitare i prezzi che però non sono serviti a garantire una redditività alle imprese agricole anche perché l’export è diminuito del 40%. Per cui, se da un lato alcuni produttori iniziano ad espiantare, soprattutto a Murcia e nella Valle dell’Ebro, d’altro canto si studiano nuove varietà che possano meglio incontrare la domanda, sia interna che internazionale”.
Nel 2022, l’Italia sembra essere tornata alla normalità di mercato per quanto riguarda l’andamento produttivo e di vendita delle drupacee, ma in realtà non può ignorarsi che questa sia una conseguenza della riduzione dell’export della Spagna che però si prepara al rilancio con lo studio di nuove varietà di pesche e nettarine piatte che allunghino la stagione, anticipandola fino a implementare le produzioni precoci dal Nord Africa.
PSB, il breeder spagnolo che è il padre della pesca ribattezza Saturnia dall’OP Armonia che sta avendo un certo successo commerciale, nella sua attività di ricerca, punta anche ad incrementare le qualità organolettiche sempre facendo i conti con il fatto che le ore di freddo, necessarie per la maturazione delle pesche, in dieci anni, si sono dimezzate e che sono aumentati gli eventi climatologici estremi come gelate e forti piogge che danneggiano sempre più frequentemente i raccolti, soprattutto nella fase della fioritura che avviene tra gennaio e febbraio.

Edwige Remy di PSB

“Tra le varietà di pesche e nettarine piatte allo studio – ha spiegato Edwige Remy di PSB che ha campi sperimentali in tutto il bacino mediterraneo, nel continente americano, in Sudafrica e Australia -, si segnala la precocissima Kiwani che matura a maggio mentre la fioritura è a gennaio, il che significa che non è adatta per tutti gli areali perché servono ritorni di freddo come in alcune regioni della Spagna, tipo Murcia, o anche Marocco ed Egitto. C’è, poi, la Zodiac che arriva 10 giorni prima della varietà Samantha la quale è un riferimento oggi per il mercato. Segue la Contessa, la Babylon che è caratterizzata da un elevata resa in campo, la Marquesa dal sapore subacido, la Cyclade e la Filoe che è una tardiva per eccellenza, una delle pioniere sul mercato con elevate qualità organolettiche”.
Eleuteri è stato uno dei primi a mettere in campo quest’ultima varietà che poi è stata seguita da due nuovi miglioramenti parietali ulteriori: la Luisella e la Tintosa (stagione: fine luglio-inizio agosto dalla pigmentazione rossa), che non sono ancora presenti sul mercato.
“L’Unica cultivar che non ha un sapore subacido – chiosa Remy – è la tardiva Cookie che va in produzione a settembre quando l’aspettativa del consumatore è di frutti più dolci mentre quella del produttore, è di calibri più grandi e quindi di una maggiore produttività”.
Su questo filone di grande rinnovamento varietale in corso in Europa, che vede al centro le pesche e le nettarine piatte, si inserisce il progetto di Eleuteri che è già stato annunciato in anteprima dal Corriere Ortofrutticolo (leggi news) e che punta a realizzare in provincia di Fermo il polo produttivo più grande d’Europa con 1.500 tonnellate di partenza e l’obiettivo del raddoppio nei prossimi 5 anni.
“Il piano di sviluppo prevede anche il rinnovamento dei magazzini e delle linee di processo per il confezionamento – chiosa Eleuteri -. Inoltre, il progetto si basa su una grande attenzione alla sostenibilità ambientale, all’ottimizzazione dell’uso dell’acqua e all’abbattimento degli sprechi. Per questo, la realizzazione del cosiddetto ‘anfiteatro’, il polo di Fermo, è una sorta di punto di arrivo della collaborazione proficua con ITRA, PSB e la facoltà di Agraria del Politecnico delle Marche con cui abbiamo sviluppato un modello di sostenibilità”.
Mariangela Latella
Madrid

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