ATTESA SUL REGOLAMENTO UE SUGLI IMBALLAGGI, IL SETTORE TREMA

Congelamento sine die o mini slittamento di una o più settimane. Sembra avviata verso na delle due strade la revisione della direttiva sui rifiuti di imballaggio che punta a trasformare la 94/62/CE in un regolamento immediatamente vincolante.

Al momento la proposta – che rientra nel secondo pacchetto sull’economia circolare presentato dal vice presidente della Commissione UE con delega al Green Deal, Frans Timmermans e dal commissario all’Ambiente, Virginijus Sinkevivicius è ancora calendarizzata per il 30 novembre, ma fonti di Bruxelles prevedono una battuta d’arresto. In attesa di conoscere il destino del provvedimento, come ricorda Il Sole24Ore in un articolo firmato da Silvia Marzialetti, il comparto agroalimentare si mobilita contro in giro di vite che imporrebbe tra i primi target il passaggio a pack riciclabili a partire dal 2030.

In prima linea c’è l’ortofrutta. Oltre alla forte preoccupazione per l’aumento dei costi innescato dalla ricerca di materiali alternativi alla plastica, le cooperative del settore riunite in Alleanza cooperative richiamano l’attenzione sulle possibili ricadute in termini di sicurezza alimentare e qualità organolettiche per prodotti considerati tra i più deperibili. Preoccupano inoltre l’esiguo lasso di tempo – due anni – concesso per il passaggio al bio e al compostabile di alcuni materiali, come i bollini adesivi di frutta e verdura e il divieto di utilizzare imballi monouso per i prodotti ortofrutticoli freschi.

In un documento messo a punto durante l’ultima rassegna di Interpoma – la fiera internazionale del mercato melicolo – le cooperative di otto Paesi che insieme rappresentano il 70% del mercato ortofrutticolo europeo (Belgio, Italia, Francia, Germania, Polonia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca e Spagna) chiedono alla Commissione europea la condivisione di un percorso graduale e armonizzato, che renda la transizione ecologica compatibile con le esigenze del settore. Per questo – come per tutti gli altri pacchetti green proposti dalla Commissione – le richieste di fondo hanno sempre a che fare con il perseguimento di obiettivi “realistici ed economicamente sostenibili”, attraverso normative applicate in maniera omogenea in tutta la UE, così da assicurare il corretto funzionamento del mercato comune.

La stretta sugli imballaggi è uno dei dossier sensibili analizzato nel documento, insieme con la proposta di regolamento sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, che agli agricoltori italiani imporrebbe un taglio del 62% entro il 2030 e che, a detta dei più, metterebbe a rischio la stessa sovranità alimentare del Paese.

Il mondo delle cooperative ortofrutticole chiede di rivedere la direttiva Sur alla luce di un approccio più scientifico e meno ideologico, accelerando sul fronte delle alternative alla chimica (come le Nbt) e degli investimenti in ricerca e sviluppo. Anche in questo caso il lasso temporale proposto dalla Commissione è considerato troppo stringente, mentre si chiede di tenere in considerazione le specificità colturali di ciascun Paese. “Sulla sostenibilità dobbiamo accelerare la corsa – dice l’europarlamentare Herbert Dorfmann, coordinatore agricoltura del Partito popolare europeo – ma servono evidenze scientifiche sul campo e quello che la Commissione propone non è fattibile”.

Nel documento si chiedono inoltre deroghe temporanee sui programmi operativi, per affrontare quelle che Luc Vanoirbeek, segretario generale cooperative orticole del Belgio e rappresentante dei coltivatori di frutta e verdura in Copa-Cogeca, definisce “policrisi”, ovvero il complicatissimo contesto storico ed economico – con tutti i principali input produttivi al rialzo – in cui opera anche il mondo dell’ortofrutta.

(fonte: IlSole24Ore)

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER
PER ESSERE AGGIORNATO OGNI GIORNO SULLE NOTIZIE DI SETTORE

L'iscrizione è quasi completata... Ora dobbiamo solo verificare il tuo indirizzo email, e per farlo ti abbiamo mandato un messaggio con un link di conferma.