FITOFARMACI, NUOVA FRENATA? “LO STUDIO SULL’IMPATTO DEL REGOLAMENTO VA AGGIORNATO”

È necessario uno studio complementare sull’impatto della proposta di regolamento della Commissione europea sull’uso sostenibile degli fitofarmaci. Essendo state raccolte prima dello scoppio della guerra in Ucraina, le informazioni disponibili non consentono di valutare le possibili conseguenze del progetto legislativo sotto il profilo della sicurezza alimentare e sulla competitività del settore agricolo dell’Ue.

Sono i passaggi salienti della decisione approvata formalmente dal Consiglio Energia, sulla base delle discussioni svolte tra i ministri dell’Agricoltura nel corso della riunione del 12 dicembre scorso. Nell’occasione, la presidenza di turno ceca ha presentato una relazione secondo la quale lo studio d’impatto alla base della proposta della Commissione non fornisce adeguate analisi quantitative sul potenziale aumento delle importazioni. Lo studio, inoltre, non considera l’impatto del divieto di utilizzare i fitofarmaci nelle aree sensibili, data la limitata disponibilità di valide alternative ai prodotti chimici. Nella relazione si evidenzia anche che gli obiettivi di riduzione a livello nazionale dovranno essere decisi in modo flessibile, tenendo conto delle specifiche condizioni esistenti nei singoli Stati membri.

Il Consiglio ha chiesto alla Commissione di presentare i dati supplementari richiesti “il più rapidamente possibile e, comunque, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della decisione”. Nel frattempo, le discussioni possono proseguire a livello tecnico, ma limitatamente alle “questioni non interessate dalla richiesta di dati complementari” avanzata dal Consiglio. Insomma, sotto l’aspetto prettamente procedurale, il negoziato non si blocca. Di fatto, però, subisce un sostanziale rallentamento per un periodo massimo di sei mesi. Poi, bisognerà decidere il da farsi alla luce delle informazioni complementari della Commissione.

Sulla decisione del Consiglio, approvata da una larga maggioranza di Stati membri, la Germania si è astenuta, sollevando le critiche del mondo agricolo tedesco. La Dbv, la principale organizzazione degli agricoli, ha evidenziato in un comunicato che la “proposta della Commissione è inaccettabile, in quanto determinerebbe la possibile perdita di produzioni su 3,5 milioni di ettari”.

La proposta di regolamento presentata lo scorso giugno sull’uso sostenibile dei fitofarmaci prevede una diminuzione del 50% a livello europeo entro il 2030 rispetto al periodo 2015-2017. A livello di singoli Stati membri, il taglio non dovrebbe essere inferiore al 35 per cento. Per l’Italia, è stato calcolato che la riduzione sarebbe di oltre il 60 per cento.

(fonte: Agrisole)

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