COOP SOLE PUNTA SULLE FRAGOLE PRECOCI, MA NON SOLO: “SPAZIO ANCHE A NUOVI PRODOTTI”

Sulle fragole Coop Sole sta giocando d’anticipo, puntando molto sulle varietà precoci. La stagione è partita già a novembre, per proseguire regolare fino ad oggi, seppur con volumi contenuti.

“Grazie al clima favorevole siamo riusciti ad anticipare i primi raccolti, mantenendo comunque sempre una buona qualità del prodotto”, afferma Pietro Ciardiello (nella foto), direttore generale della cooperativa con sede a Parete, in provincia di Caserta, una delle principali realtà nazionali del comparto.

“Sebbene il mercato ad oggi viaggi a ritmi ancora un po’ lenti, stiamo notando i primi segnali di risveglio”, aggiunge il manager campano, che confida in un progressivo aumento della domanda. “A metà febbraio, quando si inizieranno a raccogliere quantitativi più significativi, partirà il periodo più importante della stagione delle fragole, che andrà avanti fino a maggio, con una coda a giugno”, spiega Ciardiello.

Per quanto riguarda l’assortimento, Coop Sole non punta solo sulle fragole precoci, ma investe su anche altre tipologie: “Abbiamo un assortimento variegato che risponde ad ogni esigenza del mercato, dal convenzionale, al prodotto premium fino al biologico”. Melissa rimane il cavallo di battaglia dell’azienda casertana, seguita da altre quattro, cinque varietà di primo piano. L’azienda, oltre ad aver ampliato le superfici produttive, sta comunque investendo su nuove varietà a cima radicata, in fase di test. I volumi di fragole, nel complesso, si stanno avvicinando alle 10 mila tonnellate. “Lo scorso anno abbiamo superato le 9 mila tons. Quest’anno con ogni probabilità aumenteremo ulteriormente le quantità del 2022”. Circa il 20% dei volumi sono produzioni biologiche, di cui oltre la metà è destinata ai mercati esteri, con l’export che nel complesso vale il 30%: “Il bio nel centro Europa, nostra area principale di esportazione, rimane ancora più sviluppato rispetto all’Italia. Tuttavia anche il mercato interno sta dando buoni segnali in tal senso”.

“Stiamo puntando molto sulle tipologie di fragole precoci, con cultivar in grado di garantire alti livelli qualitativi e di resistenza alle malattie. Ma le richieste comunque riguardano tutto l’assortimento di fragole, su cui noi siamo coperti, grazie ad un ventaglio di varietà che coprono le varie esigenze del mercato”.

Prosegue con successo il progetto SìBon, la linea premium che “seppur rappresenti una nicchia di mercato ci sta dando buone soddisfazioni”.

“Stiamo lavorando per ulteriori interventi sulle varietà e sui packaging all’insegna di un ulteriore miglioramento in termini di sostenibilità, grazie a tecniche produttive ancora più green”, aggiunge il direttore dell’azienda.

Gli investimenti quindi proseguono, nonostante la crisi generale e i vertiginosi rincari stiano incidendo: “Abbiamo subito un +20% dei costi in più su un prodotto già di per sé molto costoso nella sua fase produttiva. Nonostante ciò, come azienda, siamo cresciuti tra il 4 e il 5% a valore e in generale tra il 6 e il 7%. Lo scorso anno abbiamo ottenuto buoni riscontri anche da alcune produzioni non facili da gestire in questi periodi, come le pesche. Siamo quindi soddisfatti, considerati i tempi”, commenta Ciardiello. “Ora per rilanciare stiamo puntando anche su nuovi prodotti: Dopo aver lasciato le produzioni di peperoni, poco redditizie, abbiamo lanciato il sedano biologico e sviluppato ulteriormente i piccoli frutti, su cui crediamo molto”.

Emanuele Zanini

emanuele.zanini@corriereortofrutticolo.it

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