MELONI, AGRICOLA DON CAMILLO SPINGE FORTE SU DINO (E NON SOLO)

Questo 2023 sarà un anno importante sotto tanti aspetti per l’Agricola Don Camillo, che sta spingendo forte sul rinnovamento varietale.

A Berlino, a Fruit Logistica, in vetrina c’erano in particolare alcune innovative tipologie di melone, sul mercato da alcune stagioni, e che quest’anno potranno ritagliarsi ulteriori nuovi spazi. È il caso di Dino, nuova varietà originaria della Corea e coltivata in Brasile, che è entrata nel paniere dei prodotti offerti dall’azienda di Brescello (Reggio Emilia). “Dopo due anni di test – spiega Ettore Cagna (nella foto), presidente di Agricola Don Camillo – quest’anno entra a tutti gli effetti sul mercato”. Si tratta di una varietà striata, molto dolce, a polpa bianca. “In Puglia, nell’area attorno a Ginosa, abbiamo in produzione una sessantina di ettari. Come anno di lancio puntiamo a raggiungere 20 mila tonnellate, con una finestra commerciale che va da fine maggio a fine agosto”, spiega l’imprenditore emiliano a capo di un gruppo in grado di commercializzare oltre 35 mila tonnellate di meloni su 1.300 ettari, 11 mila tonnellate di angurie su 240 ettari e altre 10 mila tons si zucche, a cui aggiungere la produzione di agrumi e altre nicchie.

Per quanto riguarda sempre i meloni, LiMelon, invece, è un prodotto più di nicchia, con caratteristiche molto particolari: “è un melone con retrogusto di lime, molto dissetante e un po’ più aspro delle altre tipologie, molto adatto anche ad essere utilizzato per vari usi in cucina”, spiega Cagna. La produzione è anche in questo caso concentrata in Puglia, su una ventina di ettari per circa 5 mila tonnellate previste: è presente sugli scaffali della GDO a fine maggio a fine agosto.

Per quanto riguarda il melone liscio Lelis, il progetto prosegue a gonfie vele: “Quest’anno – dichiara Cagna – passeremo a un milione di piante, contro le 700 mila del 2022, con Sicilia, Mantova e Reggio Emilia come aree produttive di riferimento”.

Su meloni e angurie, però, sono attese entro un anno ulteriori novità, in particolare nella IV Gamma (e I Gamma evoluta): “nel 2024 inseriremo una linea di lavorazione per preparare il cocomero a fette e lo stesso per il melone pulito e tagliato, entrambi con buccia”, rivela Cagna. “Per noi è una nuova sfida ma in cui crediamo fortemente. Abbiamo in serbo per il prossimo futuro una novità anche negli agrumi con il limone senza semi”.

Nel frattempo sono attesi per la fine di febbraio i primi container di meloni in arrivo dalle produzioni in Honduras (operativa da tre anni), che apriranno la stagione 2023, che si protrarrà fino alle fine di novembre con il secondo ciclo produttivo in Sicilia e Nord Italia.

Obiettivi ambiziosi anche sulle zucche: “Quest’anno puntiamo ad allungare il calendario a 12 mesi all’anno, partendo da inizio gennaio con le produzioni in Sud Africa con 100 container fino ai primi di maggio, e poi le produzioni nazionali”. In totale Don Camillo punta a commercializzare 10 mila tonnellate di zucche, tutto l’anno, sia prodotte Oltremare che in Italia.

Emanuele Zanini

emanuele.zanini@corriereortofrutticolo.it

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