ORTOFRUTTA RAZIONATA NEL REGNO UNITO, SCAFFALI VUOTI NEI SUPERMERCATI

Nel Regno Unito ortofrutta con il contagocce per i clienti di alcune catene britanniche.

Nei punti vendita del retailer Asda, terzo player distributivo della nazione, per esempio, ora ogni cliente può comprare a testa solo tre pomodori, tre peperoni, tre cetrioli, tre cespi di insalata, tre broccoli, tre cavolfiori e tre lamponi. I razionamenti sono ancora più stringenti nei supermercati di Morrison: ogni consumatore potrà acquistare al massimo due pomodori, due cetrioli, due peperoni e due cespi di insalata.

Gli effetti della Brexit sono una delle cause della mancanza di prodotti sugli scaffali della GDO inglese. Ma non bisogna dimenticare le conseguenze dovute al maltempo che ha investito alcune delle principali aree produttive nella Spagna del Sud e in Marocco, tra i principali fornitori delle catene britanniche in questo periodo.

A questo si deve aggiungere la netta riduzione dell’uso delle serre per la coltivazioni di ortofrutta in inverno sia nel Regno Unito che nei Paesi Bassi. Anche la crisi energetica e il decollo dell’inflazione hanno avuto il loro peso.

Per ora invece altre insegne presenti nella Terra d’Albione, come Tesco, Sainsbury’s, Lidl, Aldi, Waitrose e Marks & Spencer non hanno introdotto razionamenti negli acquisti di ortofrutta in UK.

Le immagini degli scaffali vuoti dei supermercati sono circolate sui social media, dopo che nei giorni scorsi i clienti avevano iniziato ad avere difficoltà a reperire alcuni prodotti.

Come riporta la BBC, secondo il British Retail Consortium (BRC), le carenze dovrebbero durare alcune settimane fino a quando non inizierà la stagione di coltivazione nel Regno Unito e i rivenditori troveranno fonti di approvvigionamento alternative.

Secondo il BRC, nei mesi invernali il Regno Unito importa circa il 95% dei pomodori e il 90% delle lattughe, per lo più dalla Spagna e dal Nord Africa.

il Regno Unito ha subito il peso maggiore delle carenze di ortofrutta, ma sono stati segnalati problemi anche in Irlanda. Tesco Ireland per esempio ha dichiarato che i livelli delle sue scorte sono a rischio: La stessa cosa vale per la catena locale SuperValu, che a sua volta ha segnalato problematiche simili. (e.z.)

(fonte foto: BBC)

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