ASPARAGI, IL VENETO CALA I PROPRI ASSI IN TV

Asparagi veneti protagonisti della puntata di “1Mattina”. La produzione regionale di turioni bianchi e verde che vanta le denominazioni di Badoere e Cimadolmo Igp e Bassano Dop è arrivata negli studi romani di Via Teulada per testimoniare il lavoro degli orticoltori veneti che in questi ultimi anni hanno contribuito ad aumentare la superficie coltivata del +4%.

Secondo il report di Veneto Agricoltura gli ettari vocati sono 1.830 concentrati nelle province di Padova, Verona, Treviso e Rovigo. La raccolta anticipata e subito dopo bloccata a causa dei repentini cambiamenti climatici ha fatto slittare la programmazione televisiva della rete ammiraglia. Il conduttore Massimiliano Ossini con il supporto degli ospiti di Coldiretti ha spiegato le tecniche usate dagli agricoltori per produrre le varie tipologie e svelato le ricette tipiche della tradizione rurale proposte dai cuochi contadini. “Dalle frittate al piatto classico – spiega Diego Scaramuzza, presidente nazionale di Terranostra Campagna Amica – “vovi e sparasi” a tavola si consumano cotti e anche crudi, sono versatili per un menù completo che va dall’antipasto al dessert passando per i primi e i secondi, oltre ovviamente i contorni.”

L’asparago bianco è ottenuto dalla completa assenza dell’esposizione ai raggi del sole durante la crescita. I germogli infatti vengono ricoperti da cumuli di terra che a loro volta sono coperti da un film oscurante, che lo proteggono dal freddo ed eliminano completamente la possibilità che si verifichi la fotosintesi clorofilliana. L’assenza di fotosintesi è la responsabile delle caratteristiche più peculiari di questo ortaggio, a cominciare dal colore madreperlaceo fino alla consistenza burrosa, alla completa assenza di fibrosità e, soprattutto, al sapore molto neutro e delicato che lo rende particolarmente pregiato.
Al contrario il prodotto verde viene ottenuto da una coltivazione non rincalzata, con il germoglio che emerge alla luce. Con l’aiuto di uno strumento di ferro apposito vengono estratti dalla terra sabbiosa durante le prime ore della giornata. Lavati e raggruppati in mazzi etichettati. legati in maniera artigianale con elementi naturali secondo quanto prevede il  disciplinare di ogni consorzio di tutela, sono pronti alla vendita.

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