PRIMO ASPARAGO: “LA QUALITÀ PAGA. L’ESTERO CHIEDE PRODOTTO PREMIUM BIO”

Dal punto di vista commerciale il mercato degli asparagi nelle ultime settimane ha vissuto momenti effervescenti, dimostrato, per esempio, dalle quotazioni registrate in alcuni mercati rionali.

E’ il caso registrato Il 17 aprile scorso, come testimoniato direttamente dal direttore del Corriere Ortofrutticolo, Lorenzo Frassoldati, in un mercatino locale di Bologna dove un mazzo di asparagi da 720 grammi è stato pagato 11,25 euro (circa 15 euro al chilo). Dopo Pasqua, quindi, il calo fisiologico.

Tuttavia, ci sono nicchie del comparto, che sentono meno le oscillazioni del mercato. È il caso, per esempio, di Primo Asparago, brand dell’azienda Orto Veneto di San Martino di Venezze (Rovigo), specializzata nella produzione e commercializzazione di asparagi verdi biologici precoci, coltivati sotto terra con terreno riscaldato. Oltre il 90% del prodotto viene esportato, a partire dai mercati europei di Svizzera, Austria e Germania, dove l’attenzione per il prodotto biologico è più elevata.

“Il mercato sta rispondendo bene” – afferma Renzo Moro di Primo Asparago. “Siamo partiti a fine febbraio grazie alle serre riscaldate. Puntiamo sull’omogeneità del prodotto. A livello di volumi in generale abbiamo assistito ad un calo produttivo significativo, attorno ad un -25%. Il calo delle quantità è dovuto al clima, caratterizzato da un inverno mite che non ha consentito all’asparago di riposare a sufficienza. La qualità si è mantenuta buona con prezzi abbastanza sostenuti fino a Pasqua, che è il periodo che fa da spartiacque”, afferma Moro, che sottolinea tuttavia come “i prezzi più alti non coprono comunque completamente il forte aumento dei costi, con margini azzerati per i produttori”.

L’andamento dei prezzi, ricorda l’imprenditore veneto, è condizionato anche dall’accavallamento delle produzioni del Nord Italia con quelle del Sud, a partire dalla Puglia, “che specie con il prodotto convenzionale riesce a staccare quotazioni molto inferiori alle nostre produzioni bio di alta qualità, abbassando di fatto i valori del mercato”.

Renzo Moro

Tuttavia, specie nel biologico, “i consumatori sono sempre più attenti alla sostenibilità dei prodotti e a dove vengono coltivati. Specialmente all’estero si pone attenzione al luogo di produzione: si preferisce l’Italia alla Spagna non solo per la qualità ma anche per la minore distanza necessaria per trasportare la merce”.

L’annata è stata comunque positiva, nonostante il calo fisiologico dell’immediato periodo post pasquale.

Primo Asparago produce circa mille quintali di prodotto, tutto verde e biologico e in regime di “neutralità carbonica”. “Avessimo avuto più volumi non avremmo avuto difficoltà a commercializzarli. La domanda per il prodotto premium bio rimane sostenuta. Ora andremo avanti fino alla seconda settimana di maggio”. (e.z.)

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