Ecco la scheda aggiornata sulla situazione in Emilia Romagna dopo l’eccezionale ondata di maltempo dei giorni sorsi, con i vari fenomeni – rotture degli argini, frane, etc – registrati.
La situazione
Le criticità idrauliche: 15 rotte arginali. Le piene hanno generato sormonti degli argini, con successive
erosioni. In tutto si sono verificate 15 rotte, tra minori (anche di argini golenali) e maggiori. Nove quelle solo
nel bolognese. Le principali sono avvenute: sul fiume Lamone, con esondazioni che hanno interessato gli
abitati di Bagnacavallo e Faenza; sul fiume Sillaro, con allagamenti che hanno interessato gli abitati di Spazzate Sassatelli, Sesto Imolese e Sasso Morelli, in comune di Imola, e Conselice; sul fiume Quaderna, con
interessamento di Selva Malvezzi, in comune di Molinella e della località Sant’Antonio, a Medicina; sul Senio,
con interessamento dell’abitato di Castel Bolognese.
Le criticità idrogeologiche: 193 frane e 24 provinciali interrotte. Alle problematiche idrauliche, si uniscono quelle idrogeologiche con oltre 193 frane importanti rilevate in oltre 40 Comuni dell’Appennino. In
particolare, si sono attivate 72 frane nel ravennate, 64 nel forlivese–cesenate, 32 nel bolognese, 14 nel
modenese e 11 nel reggiano. I dissesti hanno causato l’interruzione di 24 strade provinciali e decine di
comunali.
erosioni. In tutto si sono verificate 15 rotte, tra minori (anche di argini golenali) e maggiori. Nove quelle solo
nel bolognese. Le principali sono avvenute: sul fiume Lamone, con esondazioni che hanno interessato gli
abitati di Bagnacavallo e Faenza; sul fiume Sillaro, con allagamenti che hanno interessato gli abitati di Spazzate Sassatelli, Sesto Imolese e Sasso Morelli, in comune di Imola, e Conselice; sul fiume Quaderna, con
interessamento di Selva Malvezzi, in comune di Molinella e della località Sant’Antonio, a Medicina; sul Senio,
con interessamento dell’abitato di Castel Bolognese.
Le criticità idrogeologiche: 193 frane e 24 provinciali interrotte. Alle problematiche idrauliche, si uniscono quelle idrogeologiche con oltre 193 frane importanti rilevate in oltre 40 Comuni dell’Appennino. In
particolare, si sono attivate 72 frane nel ravennate, 64 nel forlivese–cesenate, 32 nel bolognese, 14 nel
modenese e 11 nel reggiano. I dissesti hanno causato l’interruzione di 24 strade provinciali e decine di
comunali.
747 sfollati. Allagamenti e frane hanno determinato il maggior numero di evacuati causato da un’emergenza maltempo, almeno nell’ultimo decennio: il picco è stato di oltre 1.792 persone. Ad oggi risultano ancora oltre 747 cittadini fuori dalle proprie abitazioni. La maggior parte nel ravennate (417 persone, per lo più a Faenza); 172 nel bolognese; 158 nel forlivese–cesenate; 5 nel modenese.
4mila giornate/uomo dai volontari. Immediatamente si è attivato l’intero sistema di protezione civile,
compreso il volontariato regionale che ha collaborato per la sorveglianza e il monitoraggio delle arginature,
le sacchettature, la rimozione dei detriti e la pulizia delle aree allagate. Dal 4 maggio sono operative sul
territorio anche le Colonne mobili delle Regioni Veneto, Lombardia, Marche e Liguria oltre al volontariato
delle organizzazioni nazionali: resteranno fino a giovedì. La Colonna mobile della Toscana ha terminato la sua attività domenica. In tutto, da extra regione si è garantito finora un supporto di oltre 922 giornate–uomo di lavoro; a queste si uniscono le oltre 3 mila dei volontari emiliano–romagnoli, per un impegno complessivo di più di 4mila giornate–uomo.
compreso il volontariato regionale che ha collaborato per la sorveglianza e il monitoraggio delle arginature,
le sacchettature, la rimozione dei detriti e la pulizia delle aree allagate. Dal 4 maggio sono operative sul
territorio anche le Colonne mobili delle Regioni Veneto, Lombardia, Marche e Liguria oltre al volontariato
delle organizzazioni nazionali: resteranno fino a giovedì. La Colonna mobile della Toscana ha terminato la sua attività domenica. In tutto, da extra regione si è garantito finora un supporto di oltre 922 giornate–uomo di lavoro; a queste si uniscono le oltre 3 mila dei volontari emiliano–romagnoli, per un impegno complessivo di più di 4mila giornate–uomo.