LA COMUNICAZIONE DELL’ORTOFRUTTA FINALMENTE FUORI DAL SOLITO RECINTO

I due editoriali di Mirko Aldinucci sull’ultima edizione di Macfrut (CorriereOrtofrutticolo.it e FreshCutNews.it) mi stimolano ad alcune riflessioni sul piano della comunicazione della fiera con uno sguardo più ampio al settore. Aldinucci, mi pare, sia stato tra i pochi ad avere evidenziato un cambio di passo nel modo di raccontare l’evento, un mutamento che più in generale ha finito per coinvolgere tout court il mondo dell’ortofrutta.

Il settore da tanti, troppi anni, mi pare alle prese con due limiti piuttosto evidenti nella sua rappresentazione. Il primo sta nella sua marginalità nei media generalisti, che diviene protagonismo in negativo ogniqualvolta ci sia una emergenza in atto. In sintesi: l’ortofrutta quando esce dai suoi steccati lo fa principalmente per l’incremento dei costi, i disastri ambientali, i fantomatici prezzi alle stelle e via dicendo. Ora, non che i problemi siano assenti, anzi, come evidenzia Lorenzo Frassoldati nel suo ultimo editoriale tendono ad accrescere. Tuttavia può essere che la seconda voce dell’export – che diviene la prima se si guarda all’intera filiera – sprigioni solo notizie per lo più negative?

E arriviamo così alla seconda considerazione: l’autoreferenzialità. Houston abbiamo un problema: ci parliamo addosso. Come in un talk show con sempre gli stessi telespettatori, così fa troppo spesso l’ortofrutta che si specchia nei “soliti” canali. È un limite che ha attraversato il mondo del vino sino a una ventina di anni fa, sino a quando ha compreso che potevano esserci strade diverse nel racconto. Un bicchiere di vino da semplice prodotto è divenuto esperienza in un territorio. C’è chi lo ha fatto in tempi precoci con ottimi risultati (Toscana e Piemonte insegnano), c’è chi sta cercando di recuperare (Romagna).

Resta il salto: da commodity a prodotto con una sua identità “notiziabile”.
La domanda che sorge spontanea è: cosa c’entra Macfrut con tutto questo? Abbiamo cercato di proporre qualcosa di diverso: ampliare la platea. Fare uscire l’ortofrutta dai soliti confini e renderla protagonista per quattro giorni. Già il Presidente Sergio Mattarella, di per sé, era veicolo di riflettori nazionali. A questo si è aggiunta una penetrazione nei canali generalisti come mai era avvenuto prima, grazie alla strategica media partnership con la Rai che in qualità di servizio pubblico ha compreso il valore del settore.

Giusto per rendere l’idea di cosa stiamo parlando, hanno parlato di ortofrutta: Tg1, Tg2, Tg3 ER, Gr1, svariati servizi di Isoradio, due trasmissioni Radio Rai 2, dirette con Uno Mattina ed È sempre Mezzogiorno, Rai News. A tutto ciò si aggiungono tre servizi del Tg5. Insomma una concentrazione mediatica come mai era avvenuto prima e che alcuni interlocutori istituzionali hanno ben compreso nella valorizzazione dei loro prodotti IGP e DOP (Regione Calabria partner dell’edizione ed Emilia Romagna per citare due esempi).

Se parlavamo di vino tutto questo sarebbe stato normale. Per l’ortofrutta invece è una novità. Ecco, con Macfrut vogliamo che tutto questo divenga normalità per il bene di un settore che coinvolge qualcosa come 300mila aziende.

Filippo Fabbri
Responsabile comunicazione Macfrut

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