TRUFFA AL MERCATO DI VITTORIA, “BUCO” DA 700 MILA EURO PER 17 CONCESSIONARI

Seicentomila euro truffati a 17 concessionari, ulteriori 100mila avrebbero coinvolto altri due box. Merce comprata e non saldata, con un sistema che appare quasi consolidato e che allarma – e non poco – tutti gli operatori della filiera dell’ortofrutta.

Accade al mercato siciliano di Vittoria di contrada Fanello. Lo schema della presunta truffa che si abbatte in questo caso su un quarto dei concessionari dei box, si ripropone periodicamente; sarebbe stato attuato da alcuni soggetti. Prima una manovra per carpire la fiducia dei venditori e con uno schema ben determinato.

A nome di una società affidabile, alcuni individui effettuano dei piccoli acquisti, che provvedono a saldare regolarmente. Poi, con il passare del tempo, una volta acquisita la nomea di “persona affidabile” gli acquisti aumentano, la società affidabile viene messa da parte e i soggetti iniziano a fare acquisti di merce “in proprio” o con un’altra società di facciata e senza beni da poter eventualmente bloccare a garanzia dei pagamenti che non vengono più effettuati, a fronte di merce acquisitata anche in quantitativi consistenti. Se fino a quel momento il compratore era risultato affidabile, i presunti “momenti di difficoltà” vengono compresi dai venditori; c’è qualche assegno a garanzia che però si chiede di non incassare e il “gioco” è fatto. La truffa è servita. I compratori spariscono lasciando, appunto, merce impagata per centinaia di migliaia di euro. Ed è proprio quanto si presume sia accaduto al mercato di Vittoria e che è stato oggetto di un esposto all’Autorità.

Quando la situazione inizia a procurare i primi danni, i concessionari dell’ortomercato di Vittoria cominciano a parlare tra di loro. Ne segue una assemblea urgente per verificare la situazione, ed evitare che la situazione diventi ancora peggiore. Non è un problema singolo; il “buco” interessa oltre il 25 per cento dei titolari dei box. In 17 decidono di presentare un esposto; per 13 di loro le somme non incassate superano e di gran lunga i 20mila euro, per qualcuno il danno supera i 50mila euro. Nel frattempo viene segnalata un’altra presunta truffa. Stesso schema e altri 100mila euro circa da incassare per altri due operatori del mercato. E sono ammanchi che si ripercuotono su tutta la filiera, dai produttori a chi vende fitofarmaci e imballaggi. Da anni si discute di correttivi e misure da mettere in atto per arginare il fenomeno che rischia di diventare una sorta di perdita “fisiologica” e che colpisce indistintamente tutte le attività.

(fonte: Ragusaoggi)

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