PRANDINI: “L’ORTOFRUTTA PENALIZZATA DA UNA COMUNICAZIONE DISTORTA”

L’ortofrutta risente di un sistema distorto di comunicazione per cui, “tutte le volte che si parla di inflazione le prime immagini che vengono fatte veicolare sono quelle del comparto ortofrutticolo e degli ingressi dei supermercati e si parla dell’incidenza del carrello della spesa sulla vita dei cittadini”.

E’ quanto ha sottolineato il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, intervenendo al convegno “L’Italia alla prova del cambiamento, la risposta dei mercati agroalimentari all’ingrosso” organizzato da Italmercati alla Casa del Cinema a Villa Borghese a Roma e sottolineando che serve una spallata forte sul fronte della comunicazione che potrebbe essere data da una campagna istituzionale sul consumo di ortofrutta.

“Troppe poche volte – ha osservato Prandini – si pone la stessa attenzione su quelli che sono dati economici che incidono in modo ben più significativo rispetto al carrello della spesa e, quando si parla di carrello della spesa, bisognerebbe anche specificare che non è fatto solo di generi alimentari ma nella sua complessità e quantità in gran parte fatto di prodotti che riguardano la cura della persona, l’igiene e la pulizia della casa. Allora forse dovremmo recuperare una giusta attenzione sulla comunicazione perché diventa fondamentale anche per quanto la qualità della vita dei cittadini. Faccio un esempio: negli ultimi cinque anni è diminuito il consumo di ortofrutta del 10% nel nostro Paese, ieri ho incontrato in una riunione il ministro dove gli ho chiesto di attuare una pubblicità di carattere istituzionale sul consumo di ortofrutta perché è un segnale legato alla qualità dei cittadini e in particolare delle nuove generazioni”.

“Frutta nelle scuole”: “ecco perché è stato un fallimento”

“Purtroppo nell’età adolescenziale – ha proseguito il presidente di Coldiretti – i bambini italiani sono oggi tra gli ultimi posti per il problema legato all’obesità. E questo è generato dalla qualità degli alimenti e dagli stili di vita che i bambini hanno. Se c’é stato un fallimento negli scorsi anni, è il progetto legato a “Frutta nelle scuola”, perché incentrato nell’arco di in un mese e mezzo, perché fatto sul prodotto che costa meno e massimizzato solo due-tre tipologie di prodotti stessi. Questo comporta l’allontanamento dei bambini da consumo di ortofrutta e non l’aumento dello stesso”.

“E poi – ha concluso Prandini – bisognerebbe parlare di tante altre cose che, riguardo al nostro settore, necessitano in termini di attenzione, partendo dalle infrastrutture, dagli aumenti dei costi che la filiera ha subito, e trarne insegnamento che scaricare la responsabilità sull’industria, la cooperazione o la Gdo è un errore. Il problema lo dobbiamo affrontare insieme e insieme cercare di ottenere, proprio dalle istituzioni, magari attraverso l’utilizzo delle risorse del Pnrrr, delle vere azioni e risorse di carattere innovativo per quanto riguarda le nostre filiere che ci possano portare a competere con gli altri Paesi”.

Cristina Latessa

 

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