ALLUVIONE, LA CEMENTIFICAZIONE È TRA LE PRINCIPALI CAUSE DEL DISASTRO

L’alluvione catastrofica in Romagna ha aperto il dibattito e le polemiche sull’uso del suolo, cioè sulla cementificazione, una delle principali cause del disastro, soprattutto in pianura.

In effetti l’Emilia Romagna è una delle regioni in Italia in cui sono più alti i valori di consumo di suolo anche nei territori a livello alto di pericolosità idraulica. Nella classifica stilata dal rapporto Ispra sul consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici, edizione 2022, l’Emilia-Romagna è la quarta regione per consumo di suolo, dietro a Lombardia (12,12%), Veneto (11,90%) e Campania (10,49%). Il suo valore supera infatti la media nazionale ed è compreso tra il 7 e il 9%. Inoltre, è terza tra le regioni che hanno registrato un incremento maggiore di consumo di suolo netto in ettari rispetto al 2020. Se al primo posto c’è la Lombardia con 883 ettari in più, seguono il Veneto (+684 ettari), l’Emilia-Romagna (+658), il Piemonte (+630) e la Puglia (+499). Bologna è la città emiliana che nel 2021 ha registrato il maggiore consumo di suolo, con 32.981 ettari. Seguono Modena (29.587 ettari), Parma (26.320 ettari), Reggio nell’Emilia (25.413 ettari), Piacenza (19.719 ettari), Ravenna (18.890 ettari), Ferrara (18.720 ettari), Forlì-Cesena (17.274 ettari) e, infine, Rimini (11.417 ettari). Sia capoluogo che tutte le province registrano il segno più rispetto al 2020. D’altronde la cementificazione – riferisce il sito Start Magazine (www.startmag.it ) – è una questione che interessa tutto il nostro Paese e nel 2021 si è registrato il più alto consumo di suolo degli ultimi 10 anni. E l’Emilia Romagna è una delle poche regioni che sul consumo di suolo si è dotata di una propria legge regionale. “La legge – riporta il Corriere della Sera – risale al 2017 e dice che l’incremento annuale di superfice cementificata deve restare in ogni Comune al di sotto del 3%. Come sempre, però, ci sono delle eccezioni. Restano fuori dal calcolo le opere pubbliche, gli insediamenti strategici di rilievo regionale, gli ampliamenti delle attività produttive esistenti, i nuovi insediamenti residenziali collegati a interventi di rigenerazione urbana”.

Alle polemiche sull’argomento il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, sempre al Corriere della Sera – riporta Start Magazine – ha risposto:  la cementificazione “si tratta di un problema reale, che in Emilia-Romagna siamo stati i primi ad affrontare approvando cinque anni fa una legge regionale sul consumo di suolo a saldo zero: abbiamo già stoppato nuove pianificazioni urbanistiche per oltre 11mila ettari di suolo, con la previsione di depianificarne altrettanti. Si tratta di una cura dimagrante senza precedenti. Da qui ai prossimi anni la priorità saranno la rigenerazione e il recupero dell’esistente, niente nuove costruzioni o nuovi quartieri. Serve, però, di più: oltre a fermare il cemento, occorre un piano nazionale che adegui strutture e infrastrutture a eventi estremi». (Red)

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER
PER ESSERE AGGIORNATO OGNI GIORNO SULLE NOTIZIE DI SETTORE

L'iscrizione è quasi completata... Ora dobbiamo solo verificare il tuo indirizzo email, e per farlo ti abbiamo mandato un messaggio con un link di conferma.