DALLA CATALOGNA SENZ’ACQUA ALLA ROMAGNA ALLUVIONATA: CAMPAGNA ESTIVA SFIGURATA. AREFLH IN CAMPO

Per un destino beffardo, nelle stesse ore dell’allerta rossa che ci preannunciava l’evento catastrofico vissuto dalla Romagna e dal Bolognese, mi sono trovata – nella veste di Presidente di AREFLH – a partecipare ad una riunione in videoconferenza con il capo unità Ortofrutta della DG Agri e diversi altri funzionari preposti all’OCM a Bruxelles, per rappresentare loro la drammatica situazione che stanno vivendo le nostre AOP della Catalogna in relazione alla siccità.

Se quella riunione si fosse tenuta due settimane prima avrei posto lo stesso problema anche per l’Emilia-Romagna, a riprova di quanto gli eventi climatici estremi stiano diventando una realtà permanente e quanto rappresentino un pericolo costante e gravissimo per le produzioni agricole, oltre che, come si è visto, per la sicurezza delle persone e la tenuta dei territori.

La sequenza climatica recente è drammatica: due anni di siccità estrema, un ciclone sub-tropicale a gennaio, gelate tardive ad aprile dannosissime per l’ortofrutta e nelle ultime due settimane due eventi di pioggia devastante che hanno portato alla terribile alluvione in Emilia-Romagna.

In Catalogna il canale di Urgell sta conoscendo una carenza d’acqua storica e in assenza di piogge – tuttora non previste – agli agricoltori sarà concessa una sola irrigazione al mese, del tutto insufficiente per la frutticoltura. Già ora la gran parte delle pesche e nettarine si presentano avvizzite sulla pianta e ci si attende la perdita dell’80% delle produzioni con esiti drammatici sulla comunità agricola e l’indotto locale.

L’ortofrutta romagnola, altro pilastro produttivo di rilevanza europea, è ora in ginocchio a causa dell’alluvione. Ancora non è possibile quantificare i danni perché l’emergenza non è ancora finita, ma è evidente che il raccolto dell’anno è perduto, che c’è un rischio pesante di perdita permanente di impianti produttivi e che i produttori e l’indotto di filiera subiranno un colpo drammatico se non saranno adottate misure di sostegno adeguate.
Il Servizio agricoltura della Regione Emilia-Romagna ritiene che i danni di questo evento calamitoso siano, per il settore agricolo, ben maggiori di quelli del terremoto del 2012. La nostra agricoltura è colpita al cuore nelle sue tante filiere produttive.

 

“Il mercato europeo della frutta estiva sarà sfigurato con prezzi altissimi”

Restando al settore ortofrutticolo, quel che è certo è che il mercato europeo della frutta estiva, causa cambiamento climatico, quest’estate sarà sfigurato perché senza le produzioni romagnole e catalane sarà quasi privo della produzione interna e che i prezzi saranno altissimi. Non si dice abbastanza che il cambiamento climatico è una componente molto pesante dell’inflazione alimentare, già da diversi anni.

Di fronte a calamità di questo genere c’è il dovere di agire, con la massima efficienza ed impegno, per assumere provvedimenti emergenziali e dare sollievo immediato e certezze al settore affinché ottenga il sostegno necessario a passare questa annata drammatica, ma bisogna anche pensare ad adeguare gli strumenti di politica pubblica e l’intera gestione del territorio e delle risorse naturali a questo nuovo clima.

Alcune misure fondamentali dovranno essere prese rapidamente dal nostro Governo, a cominciare dalla richiesta di mobilitazione del Fondo di Solidarietà Europeo (che è stato fondamentale in occasione del terremoto del 2012), la nomina di un Commissario per l’emergenza che permetta di assumere decisioni rapide e di agevolare gli interventi ed il rinvio delle scadenze fiscali e finanziarie.

Anche AREFLH sta cercando di fare la sua parte, insieme con la Regione Emilia-Romagna e le AOP socie, per il settore ortofrutticolo: abbiamo ottenuto un incontro per mercoledì prossimo 24 maggio con l’Unità ortofrutta della DG Agri per trasmettere loro informazioni il più possibile aggiornate sulla situazione e per individuare insieme alcune misure straordinarie attinenti la mobilitazione della riserva di crisi, le necessarie deroghe alle prescrizioni della PAC e dei contenuti dei piani operativi dell’OCM ed ogni ulteriore misura di sostegno attivabile.

Oltre ai provvedimenti d’emergenza, come AREFLH chiederemo di avviare una riflessione urgente sugli strumenti di gestione del rischio, che si stanno rivelando totalmente inadeguati a fronteggiare gli eventi calamitosi portati dal nuovo clima e che non si può pensare di lasciare al solo mercato assicurativo che di fronte alla frequenza e gravità sempre maggiore di questi eventi in molti casi si è ritirato dal settore agricolo o propone premi e franchigie sempre più alti che non sono sostenibili.

In questi giorni ho ricevuto messaggi di vicinanza e solidarietà ai nostri frutticoltori da parte tante AOP socie di Areflh di altri Paesi, da parte di AREPO (rete delle regioni europee produttrici di indicazioni geografiche), di Origin Europa, di Copa Cogeca, che offrono aiuto e vorrebbero fare qualcosa. Un abbraccio di solidarietà ed un’offerta di aiuto che scaldano il cuore ed a cui risponderemo nei prossimi giorni. Sono certa che lavorando insieme, tenacemente e con determinazione, ognuno per il suo ruolo e possibilità, supereremo anche questa prova durissima. AREFLH è pronta a fare la sua parte.

Simona Caselli

presidente di Areflh

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