POMODORO DA INDUSTRIA, AL NORD CHIUSO L’ACCORDO DOPO 5 MESI

Con estremo ritardo si chiude a 150 euro a tonnellata – esclusi i servizi -, l’accordo sul prezzo del pomodoro da industria per la campagna Nord Italia 2023 tra Op-organizzazioni di produttori e Industria, dopo mesi di interminabile trattativa.

Obiettivo raggiunto per gli agricoltori che hanno a cuore la salvaguardia della materia prima di qualità, emblema del territorio (in Emilia-Romagna si coltiva il 69% del pomodoro del Nord Italia).

Marcello Bonvicini

Esprime piena soddisfazione il presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Marcello Bonvicini: “Vince tutta la filiera in un momento drammatico per il tessuto socio-economico. Confagricoltura ha sempre sostenuto le istanze delle organizzazioni dei produttori nel lungo braccio di ferro durato cinque mesi”. L’ok dell’industria alle richieste della parte agricola va nella direzione di convergere su una posizione comune al tavolo con la grande distribuzione.

Bonvicini è fiero del risultato. “Questo accordo attribuisce il giusto valore a un prodotto che nasce in campo per poi caratterizzare un alimento unico al mondo: la passata made in Italy. Gli agricoltori si sono dimostrati uniti e coesi, l’intera filiera ne esce rafforzata. Il sistema del pomodoro da industria si mantiene così vivo e vegeto, anzi – sottolinea il presidente regionale rivolgendosi all’universo ortofrutticolo e all’agroalimentare – è l’esempio da seguire”.

Il patto segna un ulteriore punto a favore degli agricoltori applicando una maggiorazione sul pomodoro “tardivo” rispetto a un anno fa. “È un premio importante, un incentivo ad allungare la campagna oltre la metà di settembre – sintetizza Bonvicini – quanto fondamentale tanto sostanziale visto il quadro meteorologico, le temperature in picchiata, l’inevitabile slittamento della stagione verso l’autunno”. Rimandata per ora, ma resta in stand-by, la modifica alla “tabella qualità”. Gli agricoltori hanno comunque ottenuto dall’industria l’impegno a inserire correttivi nel prossimo accordo quadro per il 2024.

L’Emilia-Romagna rappresenta l’areale d’Italia più rilevante per superficie coltivata (25 mila ettari complessivi su un totale Paese di 65 mila ettari), e per la presenza di 22 stabilimenti attivi nella trasformazione del pomodoro fresco.

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