ALLUVIONE, PER LA FRUTTA ESTIVA PREVISTI PREZZI STELLARI. LE PROSPETTIVE DI MERCATO

Prezzi altissimi per la frutta estiva e una seria ipoteca sul futuro del comparto. L’alluvione in Romagna in poche ore ha ridisegnato una delle agricolture più ricche d’Italia e d’Europa. Senza dire della possibilità di abbandono di alcune aree prima interamente coltivate. Azzardato dare numeri precisi, ma il tracollo è già nei fatti, come spiega Andrea Zaghi su Avvenire.

“Quello che è certo – dice Simona Caselli, presidente di Areflh (l’associazione europea delle Regioni dell’ortofrutta), intervenuta sul Corriere Ortofrutticolo -, è che il mercato europeo della frutta quest’estate sarà sfigurato, perché quasi privo della produzione interna e perché i prezzi saranno altissimi”. Previsioni precise sui prezzi non se ne possono ancora fare: “Ci vorrebbe la palla di vetro e non sarebbe serio in questo momento. Ieri però abbiamo valutato che potrebbe esserci un danno del 59% in termini di valore della produzione ortofrutticola romagnola di quest’anno: da 459 milioni di euro si rischia di passare a 189”.

Oltre alle previsioni generali, ci sono le situazioni specifiche come quelle delle aziende sementiere e vivaistiche e cioè di chi sta alla base delle produzioni ortofrutticole. Da Assosementi fanno sapere che è stato colpito il cuore del settore sementiero italiano, secondo per produzione in Europa. Anche qui bocche cucite sulla quantificazione dei danni: non si è riusciti ancora ad entrare in tutti i capannoni per valutare la situazione e non è ancora possibile verificare lo stato di tutti i campi interessati. Viene però spiegato che tutte le aziende romagnole dedite alla produzione di sementi sono state colpite, e prima di tutto quelle delle province di Ravenna e Forlì.

C’è poi l’esperienza di chi ha vissuto l’alluvione. “I nostri vivai hanno avuto una perdita che si aggira sul 30% della produzione e non siamo certo in una delle aree più colpite”, dice Giovanni Zanzi, titolare di Zanzi Vivai di Fossanova S.Marco (Ferrara), che aggiunge: “Abbiamo attivato naturalmente tutte le polizze del caso, ma il tema da porre è un altro: le prospettive di mercato. Con la distruzione pressoché totale delle attività produttive romagnole che erano comunque già in difficoltà, l’unica strada che possiamo percorrere nell’immediato è quella dei mercati esteri“. Mentre Fabio Burroni, presidente di Cav – Centro attività vivaistiche del polo di Tebano (Ravenna), spiega: “Siamo stati salvati anche grazie a un bacino di espansione costruito a lato del fiume Senio che ha risparmiato i nostri 5.000 mq di serre che custodiscono il patrimonio genetico alla base della filiera vivaistica emiliano romagnola e non solo. Se così non fosse stato, avremmo dovuto affrontare un danno incalcolabile”. La maggior parte dei soci del Cav ha passato quasi indenne l’alluvione, ma non tutti. I più colpiti sono stati quelli della provincia di Ravenna, in alcuni casi si sono trovati sott’acqua con danni ingenti ai campi di piante madri e ai vivai.

“Noi commercializziamo piante di fragole e asparagi e sono stati compromessi circa 8 ettari di asparagi e circa 5 ettari di vivai di fragole”, racconta invece Marcello Sbrighi, direttore commerciale di Coviro, l’azienda vivaistica collegata alla Cooperativa braccianti di Cervia. E Giovanni Moretti, presidente dell’Ordine degli agronomi e forestali di Forlì, Cesena e Rimini, poi precisa: “La situazione è assolutamente seria. Il danno non è solo quello di oggi seppur importante. In vaste zone ci sarà bisogno di ripiantare gli alberi da frutto e quindi la produzione tornerà tra almeno 4 o 5 anni”. Moretti tuttavia prospetta un rischio ancora più grave: “In molte zone è cambiata la conformazione stessa delle colline. Nel Cesenate e nel Forlivese ci sono aree che non sono più accessibili. Rischiamo di avere fenomeni di abbandono di vaste porzioni di territorio perché la sua conformazione è così cambiata da non potersi più ripristinare”.

(fonte: Avvenire)

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