COCOMERO E MELONE, PARTENZA TRA LUCI E OMBRE

La campagna 2023 del cocomero e del melone italiano sta entrando ormai nel vivo, con le sue luci e le sue ombre, ma come è normale che sia nel comparto ortofrutticolo, dove “madre natura” la fa sempre da padrona.

Le temperature contenute dei primi venti giorni di maggio e le precipitazioni abbondanti hanno rallentato le vendite un po’ in tutta Europa, soprattutto per quanto riguarda i cocomeri: congiuntura che è stata bilanciata da livelli produttivi ancora limitati, in linea con le prime battute della campagna.
Già dal 20 di maggio la situazione si è ribilanciata, complici le temperature più miti che hanno stimolato il consumo e le prime promozioni programmate dalla GDO europea, a caccia principalmente di prodotto “mini” con pochi semi; referenza per la quale, nell’ultima settimana, l’offerta si è mantenuta inferiore alla domanda, ma senza gravi problemi di approvvigionamento per le catene della grande distribuzione.
Tuttavia, se la situazione metereologica non dovesse stabilizzarsi, i problemi potrebbero farsi sentire nel corso della prima settimana di giugno, ovvero fino a quando non andranno in piena produzione Puglia, Campania e successivamente il Nord Italia.
Il prezzo medio di acquisto nelle prime settimane della campagna del cocomero italiano è oscillato tra 0,55 e 0,75 euro/kg e attualmente è in risalita.
Per quanto riguarda il melone retato italiano, l’offerta è stata abbondante fin dall’inizio della stagione, con un prezzo medio d’acquisto in progressiva discesa nel corso del mese di maggio: per il 4 pezzi “premium” nel bauletto 30*40 si è passati dall’iniziale 1,55 a 1,15 euro/kg di fine mese. Per il 5 pezzi, il prezzo è sceso da 1,40 a 1,10 euro/kg. Per l’inizio di giugno si prevede un rialzo delle quotazioni, dovuto principalmente dall’aumento del consumo e alla diminuzione dei volumi dalla Sicilia.
Per quanto riguarda il melone del Nord Italia – disponibile sul mercato da circa una settimana – il maltempo e le forti piogge di inizio maggio hanno prodotto un ritardo di circa dieci giorni rispetto ai programmi di raccolta. Ci si attende inoltre un buco produttivo i cui effetti si faranno sentire verso la metà di agosto, come conseguenza della sospensione dei trapianti di metà maggio.
Non si riscontrano, per il resto, particolari problemi qualitativi, se non forse, per i primi stacchi, un grado Brix inferiore alle aspettative, conseguenza della grande quantità d’acqua assorbita dalle piante in questa prima parte della stagione.
Tutto nella norma, dunque? Lo potremo dire tra qualche mese, perché la cautela, in questo settore, non è mai troppa…

Cosimo Papa

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