POMODORO DA INDUSTRIA, SOS AL MASAF PER L'”INVASIONE CINESE”

“Alla luce delle preoccupazioni da più parti espresse, al fine di salvaguardare e valorizzare un settore che rappresenta un’eccellenza italiana nel mondo, in uno con le due OI del pomodoro da Industria (quella del Nord e quella del Centro Sud Italia), con una lettera congiunta, abbiamo evidenziato al Ministro dell’Agricoltura Lollobrigida la necessità di una maggiore attenzione del MASAF alle dinamiche commerciali 2023 del pomodoro e dei suoi derivati”. Lo sottolinea in una nota ANICAV. 

ANICAV prosegue: “Abbiamo sottolineato l’esigenza che l’ICQRF validi in tempi brevi, al fine di renderla operativa, la verifica della zona d’origine attraverso la caratterizzazione dei macro e microelementi minerali presenti nel pomodoro, sulla base del lavoro messo a punto dalla Stazione Sperimentale delle Conserve Alimentari, alla quale, come ANICAV, abbiamo dato fin dall’inizio il nostro pieno appoggio. Il comparto della trasformazione del pomodoro è continuamente oggetto di attacchi e di una “certa” comunicazione, il più delle volte strumentale, che si ripete ormai da anni con una precisa cadenza. Questo tipo di azione mette in discussione l’origine e la qualità dei prodotti confondendo i consumatori e inducendo a credere che non ci siano differenze tra i derivati del pomodoro e che tutto ciò che arriva sulle nostre tavole è di dubbia origine, danneggiando così l’immagine di un intero settore”.

“In realtà – conclude ANICAV – in Italia le importazioni di concentrato di pomodoro provenienti da paesi terzi avvengono in regime di TPA (Traffico di Perfezionamento Attivo) o temporanea importazione, per cui il concentrato entra temporaneamente nel territorio nazionale a scopo di perfezionamento (lavorazione, trasformazione o riparazione) per poi essere riesportato verso paesi extracomunitari, quindi verso un mercato di sbocco molto diverso da quello dei derivati prodotti in Italia da pomodoro 100% italiano. Ribadiamo ancora una volta che il contrasto a ogni possibile pratica fraudolenta è da sempre uno dei principali obiettivi di tutte le nostre azioni, a tutela della nostra reputazione e, soprattutto, di tutti i consumatori”.

 L’Italia  intanto scivola al terzo posto come produttore mondiale scalzata dalla Cina che “fa concorrenza sleale violando diritti umani e dei lavoratori” tanto che il presidente di Coldiretti Ettore Prandini e l’amministratore delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia hanno scritto al ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida per denunciare che “l’aumento della produzione di pomodoro da industria cinese e la differenza di prezzo tra il concentrato di produzione orientale e italiana hanno determinato la ripresa di fenomeni fraudolenti di difficile individuazione data l’alta diluizione a cui il prodotto è sottoposto per l’ottenimento dei diversi derivati del pomodoro”.

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