KIWI, I “FURBETTI” COLPISCONO ANCORA. NERI: “RACCOLTA ANTICIPATA DI DUE MESI. SCANDALOSO”

“Siamo di fronte ad una situazione a dir poco scandalosa, vergognosa”. Patrizio Neri (nella foto), presidente del Consorzio KiwiGold, è furioso. Le consuete raccolte anticipate di kiwi in Italia quest’anno hanno raggiunto “livelli inammissibili. Sono stati segnalati casi in cui la raccolta è avvenuta due mesi prima del previsto”, sottolinea Neri.

Un fenomeno non nuovo nel settore, che ogni anno, ciclicamente si ripete con maggiore o minore intensità, nonostante i moniti dell’organizzazione interprofessionale a rispettare le date da cui iniziare la raccolta del prodotto. “Abbiamo potuto verificare che un operatore nostro cliente, il 15 settembre, in Canada stava scaricando merce italiana. Che vuol dire che il kiwi è partito dall’Italia almeno a fine agosto”, precisa Neri. Una pratica che quest’ano sembra essere più diffusa rispetto alle scorse annata, soprattutto a causa del vuoto di mercato creatosi negli ultimi mesi e dovuto alla mancanza di prodotto in contro stagione proveniente dall’emisfero Sud, carente di prodotto a causa anche delle gelate in Cile, uno dei principali produttori dell’emisfero australe.

“Manca il rispetto delle regole e dei calendari di maturazione del prodotto”, prosegue Neri. Solo tra pochi giorni, dal 20 ottobre in poi, sarebbe stato il periodo giusto per l’inizio raccolta in Piemonte e a seguire gli altri areali del nord Italia e successivamente centro e sud Italia. “invece questa pratica tanto diffusa quanto scorretta, rischia ancora una volta di compromettere l’immagine del kiwi italiano nel mondo”, spiega al Corriere Ortofrutticolo il presidente di KiwiGold, mentre si trova a Madrid in occasione. “In Spagna stiamo già assistendo a giacenze di merce italiana a causa del raccolto anticipato che non permette la vendita del kiwi made in Italy ai mercati perché di scarsa qualità, non buono a causa dell’estrema raccolta anticipata”.

Per Neri i “furbetti del kiwi” hanno vita facile anche a causa delle sanzioni all’acqua di rose. “La multa forfettaria di Agrea di 1.700 euro non spaventa più di tanto gli operatori sleali. Qui servirebbe un intervento delle istituzioni e dei Nas. Servono maggiori controlli e sanzioni pesanti. Altrimenti l’immagine del kiwi italiano è compromessa”.

Emanuele Zanini

 

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