RUSSIA, L’EUROPA POLITICA FA I DANNI. L’AGROALIMENTARE PAGA

L’altra sera ero a cena con un imprenditore del mondo del vino che parlava con interesse delle prospettive di vendita sul mercato russo. E mi sono venute in mente le cassette di frutta vuote esposte al World Food Moscow da una azienda italiana con la provocatoria didascalia: "Questa cassetta è vuota grazie all’ipocrisia degli Usa e grazie alla stupidità dell’Europa" (leggi news).

L’ortofrutta è il settore del Made in Italy più colpito dall’embargo russo: le esportazioni (dati Coldiretti) avevano raggiunto i 72 milioni di euro nel 2013. Vanno poi calcolati i flussi indiretti verso il mercato russo ed i danni futuribili provocati dal rischio di invasione sul territorio nazionale di prodotti di altri Paesi che non possono trovare più uno sbocco nell’ex impero sovietico. Sta già accadendo per le patate; potrà accadere per le mele, gli agrumi, e così via. Ma non c’è solo l’ortofrutta, ci sono carni, salumi, formaggi dop per un danno diretto per l’Italia stimato in circa 200 milioni di euro all’anno. Il blocco non riguarda il vino, e ci sarebbe da chiedersi perché. Poi ci sarebbe da chiedersi perché una decisione tutta politica dell’Europa, ispirata dagli Stati Uniti, va a colpire un comparto economico di prima grandezza come l’agroalimentare senza che la politica ne risponda.

L’Europarlamento condivide la scelta delle sanzioni contro la Russia per la vicenda ucraina? C’è stato un dibattito nella sede rappresentativa della volontà dei cittadini europei? E se i capi di Stato e di Governo fanno scelte che danneggiano pesantemente un comparto economico , perché non se ne assumono la responsabilità e pongono in atto i doverosi rimedi? Sappiamo la barzelletta degli aiuti messi in campo e poi sospesi perché un solo paese (la Polonia) ne aveva prenotato il 90%. Adesso circola una nuova bozza con un piano di aiuti per l’ortofrutta più equilibrato, con contributi per Stato membro e per gruppi di prodotti in base ai dati 2013 dell’export verso la Russia (leggi news). Meglio tardi che mai. Però la cifra stanziata (125 milioni) appare del tutto inadeguata e andrà ritoccata. Vediamo come va a finire.

Intanto su mercati già squilibrati da meteo, crisi, consumi a picco, ecc, la tegola Russia assesta il colpo finale. I produttori vengono bastonati senza alcuna colpa e devono limitare i danni appellandosi agli aiuti europei con relativa delirante burocrazia e lungaggini di ogni tipo. Non è che si colpisce l’agroalimentare perché è il ventre molle dell’Europa? Scommettiamo che se si trattava di un comparto più strategico e più sensibile come l’energia, l’Europa ci avrebbe riflettuto più a lungo prima di molestare l’orso russo?

 

Lorenzo Frassoldati

direttore del Corriere Ortofrutticolo

lorenzo.frassoldati@corriereortofrutticolo.it

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