Zucchine che non riescono a sviluppare il fiore, pomodori, meloni, angurie “scottate” nonostante il filtro naturale delle foglie, patate “lessate” sotto la terra bollente e insalate “ammosciate” dal calore eccessivo: sono alcuni degli effetti già visibili dell’ondata di caldo record di questi giorni sui prodotti di stagione in campo. Sorvegliati speciali sono anche olivi e viti. E’ la fotografia scattata da Coldiretti Toscana. A Firenze si attende un altro fine settimana da bollino rosso con la colonnina che raggiungerà i 38 gradi ma anche Grosseto non sarà da meno con 37°.
Tra gli agricoltori è corsa contro il tempo per reperire gli ombreggianti necessari per proteggere i filari di fagioli, pomodori, cetrioli, melanzane dai raggi solari. Per difendere le coltivazioni si mette in pratica tutto il repertorio anti-afa: dal diradamento dei frutti sugli alberi, eliminando quelli non in grado di sopravvivere, per cercare di portare in tavola almeno parte della produzione all’irrigazione di soccorso. “Oggi nel banco abbiamo solo una parte dei pomodori raccolti: l’altra è già stata bruciata. Ed anche le zucchine iniziano a risentire di questo caldo insopportabile. – racconta Samuele Cirri, orticoltore di Lastra a Signa – Annaffiamo continuamente le insalate per permettergli di resistere a queste temperature”.
L’altro grande pericolo per frutta e verdura, ma anche per olivi e viti, è rappresentato dai violenti temporali accompagnati da grandinate, come quelli che si sono abbattuti mercoledì pomeriggio su alcune zone della Toscana, innescati proprio dal forte contrasto termico tra l’aria calda presente al suolo e quella più fredda in quota. A soffrire sono soprattutto gli animali. Negli allevamenti i ventilatori lavorano senza sosta ormai da giorni. Mucche e pecore bevono di più e producono di meno. Gli allevatori stimano un calo di produzione di latte tra il 10% ed il 15%.
Il caldo record, arrivato dopo settimane di pioggia, costringe gli agricoltori a sostenere nuovi costi e a fare gli straordinari: tutti al lavoro già dalle 5, quando ancora fa buio, nel tentativo di sfuggire alla calura e riempire le cassette. Sono almeno 45 mila i lavoratori impegnati in campo aperto tra luglio e settembre quando arriva a maturazione la maggioranza della frutta e della verdura, oltre ai cereali, e le attività di raccolta non possono dunque essere fermate, pena la perdita delle produzioni e il blocco degli approvvigionamenti sugli scaffali dei supermercati.
A tutela della salute dei lavoratori si sono mosse le istituzioni regionali con l’ordinanza della Regione Toscana che vieta il lavoro in condizioni di esposizione prolungata al sole, dalle ore 12:30 alle ore 16:00 e nazionali con il “Protocollo quadro per l’adozione delle misure di contenimento dei rischi lavorativi legate alle emergenze climatiche negli ambienti di lavoro” a cui ha aderito Coldiretti. “E’ importante – ricorda Coldiretti Toscana – adottare tutte le precauzioni necessarie per evitare rischi alla salute legati al caldo torrido, dall’utilizzo dei dispositivi di protezione alla possibilità di organizzare il lavoro iniziando la mattina presto o sfruttando le ore notturne per lo svolgimento delle attività”.
Confcommercio Verona ricorda che fino al 31 agosto, in Veneto è previsto il divieto di attività lavorativa all’aperto dalle 12:30 alle 16 esclusivamente per i settori: agricolo e florovivaistico, cantieri edili all’aperto, attività estrattive in cave.
Il divieto si applica solo nei giorni e nelle aree in cui la mappa Worklimate segnala rischio “ALTO” da calore per lavoratori esposti al sole con attività fisica intensa
Mappa aggiornata: www.worklimate.it
I settori commercio, servizi, turismo non sono direttamente interessati dal divieto, ma si raccomanda comunque attenzione e applicazione delle Linee guida nazionali in caso di esposizione prolungata al calore, soprattutto per lavorazioni all’aperto o in ambienti non climatizzati.