A RAVENNA SOMMERSE CENTINAIA DI ETTARI DI TERRENI. SOSPESA LA LAVORAZIONE DELLE PIANTINE DI FRAGOLA

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Le abbondanti precipitazioni in provincia di Ravenna degli ultimi giorni hanno provocato ulteriori e significativi danni all’agricoltura. Con oltre 150 millimetri di pioggia caduti in alcune aree in poche ore, sono oltre 500 gli ettari delle CAB impraticabili, in un contesto comunque critico e di lunga durata, talvolta aggravato dal mare ingrossato che ha rallentato il deflusso delle acque.
Una nuova ondata di maltempo dopo una serie di eventi estremi che si sono abbattuti sul territorio nel corso dell’anno, come l’alluvione di settembre e le violente grandinate di maggio, che non dà tregua al settore agricolo di fronte ai cambiamenti climatici in atto. Promosagri, attraverso il confronto con i direttori delle Cooperative Agricole Braccianti, fornisce un quadro dettagliato della situazione nelle diverse aree colpite.

“La CAB Bagnacavallo registra oltre 300 ettari di terreni impraticabili a causa delle abbondanti piogge e delle nebbie persistenti dei giorni scorsi che hanno compromesso in parte le semine primaverili”, spiega il direttore Marco Lanzoni. “Già a settembre l’allagamento di 375 ettari per settimane aveva provocato per la CAB la perdita di 23 ettari di soia biologica, 12 di pomodoro biologico e 17 di sorgo. Le colture, già danneggiate dalla grandine di maggio, inoltre, hanno subito ulteriori danni.”
Secondo Paolo Rosetti, direttore della CAB Comprensorio Cervese, tra le giornate di lunedì e martedì – in sole 36 ore – sono caduti quasi 150 millimetri di pioggia, causando l’allagamento di 50 ettari nella zona di Tantlòn. “Abbiamo subito danni sul grano appena riseminato e, per la prima volta in 20 anni, abbiamo dovuto sospendere il processo di lavorazione e selezione delle piantine di fragola a causa dell’impossibilità di estrarle dai terreni,” sottolinea Rosetti.

A Ravenna ettari sommersi

“La pioggia caduta dall’8 al 10 dicembre ha provocato in poche ore la piena dei canali consorziali e dei capifosso, allagando 50 ettari di terreni di nostra proprietà”, dichiara Claudio Mazzotti, direttore della CAB Campiano. “Il Consorzio di Bonifica della Romagna ha attivato tutte le idrovore disponibili per facilitare il deflusso delle acque. Riuscire a drenare rapidamente è fondamentale per salvare il grano appena seminato,” spiega. Secondo Giovanni Giambi, direttore di Agrisfera, i danni da pioggia sono iniziati già a ottobre, con ritardi significativi nella raccolta di colture come la soia di secondo raccolto e il mais, causando un calo di produzione del 15-20%. Anche la preparazione dei letti di semina per i cereali autunno-vernini e i terreni per le colture primaverili è stata gravemente ritardata. “Oggi dobbiamo ancora seminare circa 50 ettari di cereali autunno-vernini,” spiega Giambi, aggiungendo che i ritardi nella preparazione dei letti di semina per le colture primaverili potrebbero avere ripercussioni anche sull’annata 2025. “La situazione è complessa e ha ridotto le prospettive per il 2024, con possibili effetti anche sull’anno successivo.”

Giampietro Sabbatani, direttore della CAB Massari, evidenzia che da settembre ad oggi si sono verificati importanti ristagni d’acqua su terreni già provati. “Siamo andati in difficoltà con le semine autunnali: su 670 ettari previsti, ad oggi ne abbiamo seminati tra i 520 e i 530, lasciando circa 140 ettari ancora incolti” spiega. L’unica speranza è che arrivino gelate in gennaio che permettano di completare le lavorazioni, pur sapendo che le semine tardive non garantiscono le stesse rese. “Inoltre – conclude Sabbatani – la situazione idraulica dei terreni è molto precaria perché le opere di ripristino previste sono state completate solo in minima parte a causa del maltempo, costringendoci a rinviarle al prossimo anno. Un ritardo che potrebbe avere ripercussioni anche sulle produzioni primaverili che verranno seminate su quei campi che non saranno pronti”. Fortunatamente migliore la situazione nelle CAB Fusignano e CAB Terra. Franco Balducci, direttore di CAB Fusignano, riferisce di danni limitati: “Abbiamo riscontrato solo ristagno idrico in alcune aree. Purtroppo, non riusciremo a seminare una decina di ettari di grano per via dei ritardi di programmazione dovuti ai campi troppo inzuppati, superfici che a questo punto verranno destinate a colture primaverili”.

“Non abbiamo subito danni significativi, ma le piogge hanno rallentato le semine oltre ad averci costretto a modificare il piano di semina e bloccato le preparazioni dei terreni per le colture primaverili per via dei ristagni idrici”, spiega Lino Bacchilega, direttore della CAB Terra. “Ora il rischio è che non si riescano a rispettare i piani, ma molto dipenderà dall’andamento climatico dell’inverno”.
“L’intensificazione degli eventi climatici estremi – dichiara Stefano Patrizi, presidente di Promosagri – richiedono investimenti pubblici immediati per la messa in sicurezza idrogeologica del territorio.”

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