Ultimi giorni di campagna per le arance di Coab, che, come per le clementine il mese scorso, si avvia a chiudere la stagione in anticipo. Per l’OP calabrese con sede a Corigliano Calabro, nel cuore della Piana di Sibari, e con una settantina di soci per un migliaio di ettari complessivi, la raccolta degli agrumi quest’anno è stata anticipata, influenzata dal clima che a sua volta ha giocato d’anticipo con la fioritura e maturazione dei frutti.
“Con le clementine – spiega Francesco Casciaro (nella foto), direttore dell’organizzazione di produttori calabrese – la stagione si è chiusa ai primi giorni di febbraio, in anticipo di 10-15 giorni rispetto allo scorso anno. I volumi sono rimasti in linea, attorno a 12-13mila tonnellate. L’avvio in aumento del 10-15% è stato compensato poi dalle perdite della stessa percentuale a dicembre a causa delle piogge. Il fatturato è stato leggermente superiore. Nonostante le difficoltà a gestire le variazioni climatiche l’annata è positiva”, afferma l’imprenditore calabrese. “Quando sono di qualità, le vendite delle clementine viaggiano a passo spedito. Anche se è necessario ringiovanire gli agrumeti”.
Anche le arance bionde hanno giocato d’anticipo
Simile la situazione per le arance bionde, che a loro volta sono state influenzate da un anticipo di maturazione e raccolta. Le quantità hanno raggiunto circa 4 mila tons. “Tutto sommato anche sul comparto arance chiuderemo in maniera soddisfacente, con una certa stabilità commerciale, anche grazie ad un confermato interesse della Gdo alle nostre produzioni. Per il futuro sono comunque ottimista grazie anche ai nuovi impianti che entreranno in produzione nei prossimi anni”. Come Coab l’annata si chiuderà attorno alle 17 mila tonnellate.
Export vivace, vale il 19% delle vendite
Sul fronte export quest’anno le vendite sono state sostenute, valendo il 19% del totale. “La Germania rimane il nostro mercato di riferimenti. Nei picchi produttivi di clementine, in particolare, gli invii all’estero sono stati importanti. Le problematiche in Spagna a inizio campagna hanno favorito gli ottimi risultati di novembre e dicembre”, precisa Casciaro.
I cambiamenti climatici nodo da sciogliere
Il vero nodo da sciogliere rimane quello dei cambiamenti climatici in atto che stanno sempre più condizionando il lavoro in campagna delle aziende. “Il continuo anticipo delle fioriture e della maturazione dei prodotti creare nuove incognite nella programmazione delle raccolte e delle vendite. La crescente instabilità e incertezza con cui dobbiamo convivere anno dopo anno non ci rende di certo la vita facile – osserva Casciaro – nonostante i costanti investimenti nell’innovazione varietale. Quest’ultima rimane importante per rimanere competitivi ma ahimé non risolve il problema di fondo”.
Emanuele Zanini
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