Ha aperto i battenti oggi a Shanghai con una forte risonanza tra gli operatori locali il Mac Fruit Attraction China (22-24 novembre), evento internazionale frutto della partnership tra Cesena Fiera e IFEMA Fiera di Madrid.
La conferenza stampa di apertura è stata l’occasione per presentare ai molti giornalisti cinesi presenti la Fiera italiana della filiera ortofrutticola, il MacFrut 2018 (Rimini, 9-11 maggio, Paese partner Colombia e Regione partner Veneto). All’incontro hanno preso parte il presidente di Cesena Fiera Renzo Piraccini (nella foto di apertura), Simona Caselli e Stefano Bonaccini, rispettivamente l’assessore all’agricoltura e il presidente dell’Emilia Romagna, Regione che ospita l’importante evento, il presidente del CSO Paolo Bruni e Marcella Pedroni, responsabile internazionalizzazione di Cibus Parma.
Partecipazioni importanti quanto significative del lavoro di squadra svolto dal sistema fieristico emiliano romagnolo. In tal senso è stato annunciato un importante accordo tra Cibus di Parma e Macfrut per favorire visite congiunte degli operatori e l’arrivo di buyer esteri. “Abbiamo invitato 50 buyer cinesi a visitare la prossima edizione di Macfrut – ha spiegato Renzo Piraccini – e abbiamo offerto loro la possibilità di prendere parte negli stessi giorni anche al Cibus. La Cina rappresenta una meta fondamentale per l’ortofrutta italiana e viceversa il MacFrut è una grande opportunità per gli operatori asiatici di conoscere meglio il mercato italiano e non solo. La forte presenza estera è anch’essa motivo di forte attrattività, in particolare c’è molto interesse per la nutrita partecipazione africana (il 13% dei visitatori stranieri viene da un Paese dell’Africa), continente verso cui l’attenzione cinese è generalmente elevata”.
Altra novità del MacFrut ricordata da Piraccini è il Tropical Fruit Congress, unico forum dedicato alla frutta tropicale organizzato in Europa che sarà dedicato in modo particolare a mango e avocado.
L’apertura del ‘Dossier Pere’ con la Cina è stato poi tra i “trend topic” della mattinata. Parlando delle interessanti prospettive di scambio tra i due Paesi, l’Assessore Agricoltura Simona Caselli (nella foto qui sopra) ha dichiarato pubblicamente l’intenzione di cogliere la sua presenza a Shanghai per “invitare personalmente gli ispettori deputati in Emilia Romagna, cuore pulsante della produzione pericola nazionale, e far verificare loro di persona gli elevati standard fitosanitari. Un modo – ha concluso – per implementare ulteriormente il rapporto di fiducia reciproca”.
“Siamo certi che il sapore unico delle nostre pere Abate, completamente differenti da quello delle Nashi, potrebbe essere apprezzatissimo dal consumatore cinese”, ha incalzato Bruni (nella foto sotto), confidando in una quanto mai rapida conclusione del procedimento. Auspicio in parte già esaudito durante un pranzo informale tenutosi a conclusione della conferenza, quando le istituzioni emiliano romagnole e i rappresentanti del settore hanno consegnato alle autorità cinesi un aggiornamento fitosanitario rispetto al quadro descritto nei documenti precedenti. “Sono contento dei progressi fatti per raggiungere l’obiettivo dell’apertura di questo mercato alle nostre pere, soprattutto perché lo si fa in concerto con le istituzioni. La loro partecipazione attiva in questo tipo di negoziati è molto ben vista in Cina e sono sicuro contribuirà ulteriormente ad aumentare il sentimento di fiducia verso il nostro Paese e la nostra pericoltura”, ha confidato Piraccini.
Infine il crescente interesse verso prodotti sicuri e salubri è stato ricordato dal presidente Bonaccini. In Cina è notoriamente più qualificata l’ortofrutta di importazione perché ritenuta dal consumatore ‘più naturale’; per soddisfare questa richiesta crescente di ‘safety food’, si sta lavorando alla messa a punto di una certificazione China Gap, sulla scia del Global Gap che garantisce una riduzione ulteriore dei residui fitosanitari rispetto ai limiti consentiti. Bonaccini ha dunque ricordato l’intesa firmata nei giorni scorsi a Canton proprio in tema di sicurezza alimentare tra Zhang Junxiu, presidente dell’associazione del Guandong Food industry, e Arnaldo Dossena, docente dell’Ateneo di Parma e presidente del Clust-ER Agrifood, in continuità con il protocollo di collaborazione firmato tra Emilia Romagna e Guandong. “Da due anni stiamo portando avanti una partnership con la regione del Guangdong su alcuni temi strategici per i due territori, nell’ambito della sicurezza alimentare, della green industry e della green tecnology. Il memorandum è stato firmato all’interno dell’appuntamento cinese del World food research and innovation forum, la piattaforma internazionale permanente di confronto sui temi della food safety, security & sustainability, avviata dalla Regione Emilia-Romagna nel 2015″. Una ulteriore conferma della strada intrapresa dalla Cina e dai consumatori verso un tipo di consumo più consapevole a 360 gradi, che potrebbe trovare nel comparto italiano un buon alleato e fornitore.
Chiara Brandi
Shanghai