Partenza tribolata per le albicocche, con poco prodotto e scarsa qualità, almeno nella prima metà di maggio. A confermarlo è Giancarlo Minguzzi (nella foto), titolare dell’omonima azienda di Alfonsine (Ravenna) e presidente di Fruitimprese Emilia Romagna. “Il prodotto non è stato all’altezza dal punto di vista qualitativo. La frutta semplicemente non ha tenuto e non tutte le catene distributive hanno iniziato credendo in questo prodotto”, spiega Minguzzi. “Le prime varietà non sono buone. È un problema cronico, che si trascina da anni. Le varietà più buone arriveranno con i primi di giugno. La mancanza di prodotto manterrà prezzi elevati, forse anche il doppio dell’anno scorso, quando si erano registrate quotazioni al di sotto delle aspettative e su valori soddisfacenti solo per una ventina di giorni”.
Minguzzi si dice comunque fiducioso sul proseguimento della campagna, che si protrarrà almeno fino all’inizio settembre. “Andremo verso un miglioramento e la mancanza di merce dovrebbe mantenere su buoni livelli i prezzi. Ma sul comparto c’è da lavorare ancora molto sul livello qualitativo delle varietà più precoci e sulla scarsa produttività”.
Minguzzi si dice piuttosto ottimista sull’annata delle nettarine, con un atteso -15% di volumi.
“C’è invece meno interesse per le pesche. Ma questo è l’effetto anche di un problema strutturale. Esistono zone poco vocate che produrranno sempre cattiva qualità, con frutta non buona da mangiare e senza tenuta. Il punto è che ci sono zone vocate e altre no, dove però si continua a produrre. La smania poi di vendere subito il prodotto prima della reale partenza della stagione crea un crollo dei prezzi, che non fa altro che danneggiare tutto il comparto. Bisogna alzare i parametri della qualità, con un minimo grado brix e shelf life. Altrimenti il settore non si potrà realmente risollevare”.
Emanuele Zanini