Legacoop Romagna annuncia una nuova manifestazione pubblica — il prossimo 16 maggio, a un anno esatto dall’alluvione— per fare il punto e continuare a tenere acceso il faro dell’opinione pubblica sulla vicenda.
Le sette Cab, che da sole coltivano il 10% della superficie agricola della provincia di Ravenna, insieme hanno avuto 30 milioni di danni e hanno visto calare la produzione di un terzo, da 30,6 milioni di euro a 20,6 milioni di euro stimati per il 2023.
«Siamo reduci da un’esperienza devastante — ha detto il presidente di Promosagri, Stefano Patrizi — e affinché il nostro lavoro possa avere un futuro serve una grande opera di sicurezza idraulica del territorio, dalla montagna al mare. Per la lotta al cambiamento climatico non c’è più tempo da perdere, vi siamo dentro e gli effetti sono devastanti, ma la conversione ecologica non può essere fatta in spregio alla possibilità delle aziende agricole di produrre reddito e lavoro di qualità, e in generale fatta pagare ai soggetti più deboli».
La presentazione annuale del Report delle CAB, alla quale ha partecipato anche il Prefetto di Ravenna, Castrese De Rosa, era stata aperta dal saluto del presidente della Provincia Michele de Pascale.
Alla tavola rotonda sull’andamento del settore, moderata dalla giornalista Chiara Brandi, hanno presto parte l’assessore regionale, Alessio Mammi, la direttrice di Legacoop Agroalimentare, Sara Guidelli, la ricercatrice universitaria Silvia Russo — che ha presentato l’innovativo progetto di studio in collaborazione con l’Alma Mater — e il direttore di Agrisfera, Giovanni Giambi, intervenuto in rappresentanza di tutte le CAB.
La Superficie agricola utilizzata dalle sette Cooperative Agricole Braccianti di Ravenna, nel 2022, è stata 11.743 ettari, circa il 10% di quella della provincia di Ravenna, di cui il 10.798 condotta con produzioni erbacee ed arboree. Ben 820 ettari di questi sono invece destinati a rinaturalizzazioni, con la messa a dimora di boschetti, siepi, stagni e maceri.