La Giornata Mondiale della Patata, che la FAO dedica a questo prezioso tubero il 30 maggio, ha avuto come slogan nel 2024 “Raccogliere la diversità, nutrire la speranza”: è proprio sulla valorizzazione delle differenti provenienze delle patate che si basa l’innovativo progetto OQAS – Origine e Qualità Agripat System presentato dall’associazione produttori dell’Emilia-Romagna parte del Consorzio Patata Italiana di Qualità Selenella.
Già in occasione della fiera Macfrut 2025, all’interno del Potato Symposium, Agripat aveva presentato la concreta e innovativa proposta per la valorizzazione dell’origine delle patate grazie all’analisi isotopica, con un progetto che fonda le sue radici e si propone come strumento di garanzia per chi coltiva, vende e consuma le patate.
A supporto della dichiarazione di origine delle patate al Potato Symposium, inserito all’interno della fiera Macfrut – durante il convegno organizzato dall’Unione Nazionale tra le Associazioni dei Produttori di Patate (UNAPA) e moderato dal direttore tecnico Fabiomassimo Bosca – Riccardo Rocchi, coordinatore dell’associazione produttori dell’Emilia-Romagna, ha svelato il marchio registrato Origine e Qualità Agripat System.
Il progetto ha radici ben salde tanto che la prima presentazione è stata illustrata in occasione dell’Expo a Milano nel 2015. Da oltre un decennio l’associazione produttori patate dell’Emilia-Romagna, riconosciuta anche come Organizzazione Produttori, con sede a Villanova di Castenaso (Bo), lavora per ampliare la banca dati, alimentata dal laboratorio bolognese U-Series (ora Whitelab), al fine di verificare la compatibilità geografica dei campioni di patata, basandosi sull’analisi degli isotopi stabili.
Questi rappresentano la fotografia di uno specifico territorio in quanto sono strettamente legati alle condizioni pedo-climatiche locali. Rocchi afferma che “Si punta ad esaltare l’origine di provenienza delle patate per permettere a tutti di poterle scegliere con maggior garanzia. Si ricorda che, attualmente, in Italia, ogni dieci patate che consumiamo almeno quattro sono coltivate oltre i confini nazionali”.
Come è stato spiegato dalla dott.ssa Francesca Scandellari del laboratorio Whitelab, infatti, il rapporto isotopico di un prodotto è influenzato dalle sue origini botaniche, ma anche dalla temperatura e dall’umidità dell’aria, dalle caratteristiche isotopiche dell’acqua assorbita dalle radici e dalla sostanza organica del suolo, parametri che, a loro volta, dipendono da vari fattori come l’altitudine e la distanza dal mare, il tipo di suolo e dalle modalità con cui questo viene gestito. Nella banca dati si conserva il profilo isotopico di prodotti di origine certa, poi confrontato con il prodotto da valorizzare per determinarne la compatibilità isotopica con l’area geografica di provenienza.
Lo sviluppo della procedura OQAS si può quindi riassumere in queste fasi: definizione della zona di interesse; campionamento e analisi di tuberi di origine certa per la definizione del profilo isotopico locale; aggiornamento della banca dati specifica del territorio di interesse; confronto dei campioni con la banca dati; verifica della compatibilità geografica di campioni forniti dai produttori aderenti.
La creazione della banca dati ha avuto inizio con i campionamenti nei campi dei produttori del bolognese e dell’Emilia-Romagna, dove si concentra il maggior numero di dati, per poi allargarsi ad altre aree rilevanti per la pataticoltura italiana, dalla Sicilia al Trentino-Alto Adige. La banca dati conserva inoltre la firma isotopica di patate di origine certa non italiana provenienti da Francia, Belgio, Olanda, Polonia, Germania, Cipro, Egitto e Israele. La rappresentatività spaziale dei campioni analizzati in un arco temporale così ampio e continuativo è la forza del progetto. Il valore della banca dati, così prezioso, dovrà essere mantenuto attraverso il suo aggiornamento con annuali prelievi di tuberi nei campi e con le analisi che Whitelab ha messo a punto.
Agripat mette il progetto AgriPat System a disposizione degli operatori della filiera pataticola, delle organizzazioni di produttori, e dei consorzi di valorizzazione, tra cui Selenella. Ci si rivolge anche a tutte le aziende di trasformazione industriale dove la materia prima patata viene convertita in un prodotto finito attraverso specifici processi di lavorazione. In questo caso la dichiarazione di origine certa viene applicata fino alla consegna negli stabilimenti. La Grande Distribuzione Organizzata, infine, da sempre attenta nella scelta dei propri fornitori, ha ora in mano un importante strumento per offrire ai propri clienti patate di origine certa.
Partecipare al progetto, ed ottenere la certificazione OQAS, non rappresenta un pesante aggravio supplementare al lavoro già svolto dagli attori della filiera pataticola. Infatti, l’accordo di filiera, sottoscritto dalle controparti, prevede almeno la certificazione GLOBAL G.A.P. Grasp. Ad Agripat System possono accedere direttamente sia le aziende agricole che le strutture commerciali che conservano e confezionano le patate.
In pratica i tuberi vengono prelevati in campo prima della raccolta e sottoposti all’analisi di laboratorio. Whitelab emette quindi una dichiarazione di compatibilità isotopica con il prodotto di origine certa. Agripat autorizza infine l’uso del marchio Agripat System da apporre nelle confezioni. L’intero processo viene controllato e certificato da CCPB come ente terzo riconosciuto.
L’obiettivo che si propone Agripat è quello di presentare al consumatore una patata di qualità, con garanzie di sostenibilità ambientale e sociale attraverso la certificazione GLOBAL G.A.P. Grasp a cui si affianca la possibilità di rafforzare il legame col territorio di produzione non solo attraverso dichiarazioni documentali, ma anche grazie ai dati derivanti dall’analisi della firma isotopica.