Nuova annata con il vento in poppa per l’Arancia di Ribera DOP. “I primi segnali della stagione sono eccellenti”, afferma il presidente del relativo Consorzio di tutela, Giuseppe Pasciuta (nella foto).
“Abbiamo grandi aspettative. La produzione è più che buona, così come le prime quotazioni. La qualità ottima. Ci sono insomma tutti i presupposti per effettuare una campagna eccellente”, afferma Pasciuta.
La stagione è partita regolare (con solo alcuni giorni di ritardo) un mese fa con le prime arance Navelina, “che si sono comportante molto bene sia a livello di quotazioni che di vendite. Le pezzature sono nella media e la qualità eccellente. Quest’estate temevamo un’annata difficile a causa della forte siccità che rischiava di compromettere le produzioni. invece da settembre sono iniziate le piogge che hanno riequilibrato tutto”, spiega ancora il presidente del Consorzio di tutela dell’Arancia di Ribera DOP. Buoni i riscontri sia per i piccoli produttori che indirizzano le arance in particolare nei centri all’ingrosso, ma anche per le aziende più strutturate che vendono la merce specialmente alla GDO.
La campagna della Navelina proseguirà per tutto dicembre, andando in sovrapposizione ai primi di dicembre con la varietà Brasiliano e Washington. Buone performances sono attese anche dalla Vaniglia, arancia dolce con elevato grado brix, una nicchia che sta ottenendo comunque ottimi riscontri.
L’unico aspetto che preoccupa Pasciuta, ad oggi, è il clima. “L’instabilità climatica di questo periodo non ci lascia tranquilli. La scorsa settimana abbiamo subito a Ribera una forte grandinata. Per fortuna sono state colpite solo limitate superfici agricole coltivate ad agrumi, per alcune centinaia di ettari. Al clima “pazzo” si aggiunge l’inadeguata rete infrastrutturale che, in caso di forte maltempo, rischia di lasciare isolate aziende agricole in alcune contrade divenute irraggiungibili a causa dell’acqua, come accaduto la scorsa settimana”.
Clima a parte, il futuro per l’Arancia di Ribera sembra quindi più che roseo. “Quest’anno abbiamo la possibilità di raggiungere e superare le 10 mila tonnellate, che rimane il nostro record”, spiega Pasciuta, a capo di un consorzio che conta oltre 6 mila ettari di agrumeti certificati DOP. “Questo è possibile anche grazie ai continui nuovi ingressi. Solo quest’anno abbiamo contato 40 nuovi soci nella DOP. Ormai abbiamo superato i 350 associati. Nel 2011 eravamo meno di un centinaio”.
Inoltre ormai il 20% della produzione è biologica. Un trend quello del Bio che molte aziende stanno inseguendo, cercando di mantenere il passo della crescente domanda, specialmente dall’estero. “Più di qualche impresa sta convertendo sempre più areali da convenzionale a biologico. Parte del mercato sta andando in quella direzione”.
Emanuele Zanini