Ancor prima che Natale arrivi e i cenoni delle feste siano imbanditi, Coldiretti sa già quanto consumeremo e cosa berremo. “Sulle tavole degli italiani saranno stappate il 24% in meno di bottiglie di champagne ma calano caviale e succedanei del 12% mentre tende a scomparire anche la frutta esotica con ananas, manghi, avocado e datteri in calo del 12%”, ci informa Coldiretti (leggi news).
Ovviamente “crollano le mode esterofile del passato” e milioni di italiani stanno saccheggiando i Farmer’s market alla caccia di prodotti tipici locali, sempre secondo Coldiretti. Non facciamo qui facili ironie sulle percentuali di alimenti “in via di estinzione”, fornite forse da una zingara attraverso la sua palla di vetro.
Abbiamo invece grande considerazione per la sola organizzazione del mondo agroalimentare che ha investito alla grande in comunicazione, con obiettivi e scopi precisi. Quindi voliamo alto e diciamo che questa storia del “Km zero”, che ormai dilaga nelle vetrine dei negozi e sui menù dei ristoranti, è una bufala insopportabile, una moda ridicola, senza nessun controllo, priva di qualunque riscontro.
Ormai si sprecano gli studi che dimostrano che si consuma più anidride carbonica con tanti brevi tragitti per acquistare azienda per azienda che con l’unico spostamento necessario per andare al market. Poi se voglio un ananas, ad esempio al ristorante (dove è quasi sempre l’unica frutta disponibile), perché mi devo sentire in colpa? Il mondo produttivo faccia iniziative di marketing e formazione verso il mondo della ristorazione per indurli a offrire frutta nazionale come dessert. Semplice,no? Concludendo: evviva i “chilometri mille”, quelli che fanno le gustose clementine calabresi e le meravigliose arance tarocco siciliane che sto aspettando con ansia di comprare.
Lorenzo Frassoldati
Direttore del Corriere Ortofrutticolo
Copyright CorriereOrtofrutticolo.it sul testo utilizzabile solo citando la fonte: www.corriereortofrutticolo.it
BASTA COL “KM ZERO”, VOGLIAMO LE ARANCE A “CHILOMETRI MILLE”
Ancor prima che Natale arrivi e i cenoni delle feste siano imbanditi, Coldiretti sa già quanto consumeremo e cosa berremo. “Sulle tavole degli italiani saranno stappate il 24% in meno di bottiglie di champagne ma calano caviale e succedanei del 12% mentre tende a scomparire anche la frutta esotica con ananas, manghi, avocado e datteri in calo del 12%”, ci informa Coldiretti (leggi news).
Ovviamente “crollano le mode esterofile del passato” e milioni di italiani stanno saccheggiando i Farmer’s market alla caccia di prodotti tipici locali, sempre secondo Coldiretti. Non facciamo qui facili ironie sulle percentuali di alimenti “in via di estinzione”, fornite forse da una zingara attraverso la sua palla di vetro.
Abbiamo invece grande considerazione per la sola organizzazione del mondo agroalimentare che ha investito alla grande in comunicazione, con obiettivi e scopi precisi. Quindi voliamo alto e diciamo che questa storia del “Km zero”, che ormai dilaga nelle vetrine dei negozi e sui menù dei ristoranti, è una bufala insopportabile, una moda ridicola, senza nessun controllo, priva di qualunque riscontro.
Ormai si sprecano gli studi che dimostrano che si consuma più anidride carbonica con tanti brevi tragitti per acquistare azienda per azienda che con l’unico spostamento necessario per andare al market. Poi se voglio un ananas, ad esempio al ristorante (dove è quasi sempre l’unica frutta disponibile), perché mi devo sentire in colpa? Il mondo produttivo faccia iniziative di marketing e formazione verso il mondo della ristorazione per indurli a offrire frutta nazionale come dessert. Semplice,no? Concludendo: evviva i “chilometri mille”, quelli che fanno le gustose clementine calabresi e le meravigliose arance tarocco siciliane che sto aspettando con ansia di comprare.
Lorenzo Frassoldati
Direttore del Corriere Ortofrutticolo
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