Il biologico non si ferma più. La corsa del bio è testimoniata dai dati record diffusi da Nomisma attraverso l’Osservatorio Sana, in occasione del salone dedicato al comparto, in programma a Bologna dal 7 al 10 settembre. I consumi di prodotti biologici, in primis quelli alimentari, valgono 3,5 miliardi di euro, segnando così ben un +15% sul 2016 e un pirotecnico +153% rispetto a dieci anni fa, 2008.
L’export vale 2,1 miliardi, anche qui con crescite importanti: +16% sul 2015 e addirittura +408% sul 2008. Così tutto il comparto (bio alimentare e cosmetico-salute) vale 5 miliardi di euro.
Ogni settimana 6,5 milioni di famiglie scelgono prodotti “organici”, cioè 26 nuclei familiari su cento.
Il trend parla chiaro anche nella prima parte dell’anno in corso i numeri danno ragione al settore: nei primi cinque mesi del 2018 le vendite bio sono salite del 10,5%, nell’alimentare del 2,8%.
Il 2017 ha visto l’exploit della grande distribuzione, dove i fatturati legati al biologico sono schizzati a 1,45 miliardi di euro, segnando un +16,6%. Molto bene gli ipermercati con +14%, benissimo i supermercati con +18%. Dal punto di vista geografico il centro nord la fa sempre da padrone: qui si concentra il 60% della distribuzione del biologico (il 23% al Centro e il restante 17% al Sud).
Il settore può contare su 80mila imprese produttrici, impiegando 280mila occupati e interessando oltre 1,8 milioni di ettari di terreno, che pesano per il 14,5% della superficie agricola totale.
In grande spolvero l’ortofrutta dove il dettaglio specializzato gioca ancora un ruolo determinante nella scelta dei consumatori.