Uno dei focus su cui si è concentrata il discount tedesco in Italia è stato concretizzato attraverso la strategia “Reset Plastic” che entro la fine di quest’anno punta a ridurre del 30% la plastica nelle confezioni dei prodotti a marchio, rendendo i relativi packaging riciclabili al 100% e utilizzare una media del 25% di materiale riciclato nelle confezioni di plastica delle stesse referenze “brandizzate”.
Sostenibilità concreta, tangibile, attraverso progetti specifici e con obiettivi ambiziosi, con termini stringenti e puntuali. È questo uno dei concetti su cui si basa la filosofia di Lidl e che è stata al centro dell’intervento di ieri pomeriggio da parte di Alessia Bonifazi, responsabile comunicazione di Lidl Italia, protagonista all’assemblea di Fruitimprese Veneto organizzata nel Veronese, alla presenza del presidente regionale Stefano Pezzo e di quello nazionale Marco Salvi, accompagnato dal vice Giacomo Suglia, con la giornalista Cristina Lazzati nel ruolo di moderatrice.
Pesticidi al di sotto di un terzo rispetto ai limiti di legge. Il sacchetto antispreco
Ma non solo: uno degli obiettivi del retailer è ammettere pesticidi nei prodotti al di sotto di un terzo rispetto ai limiti di legge.
Tra le iniziative sviluppate da Lidl c’è anche il “sacchetto anti spreco”, che punta a reimmettere in commercio anche ortofrutta imperfetta. “Siamo partiti due anni fa. Nel primo anno abbiamo venduto 1,2 milioni di sacchetti salvando 5 mila tonnellate di ortofrutta”, ha spiegato Bonifazi.

Ortofrutta “biglietto da visita” di Lidl
In tale contesto, la manager della catena distributiva ha sottolineato come il comparto ortofrutticolo sia strategico per Lidl, il suo “biglietto da visita”, in senso generale e anche nei punti vendita.
Ma anche i numeri testimoniano l’importanza del segmento “ortofrutta”: dei 2,5 miliardi di euro di export (dati 2023), ben il 22,8% è rappresentato da frutta e verdura (il 10,4% delle esportazioni totali del Paese), con oltre 500 milioni di euro di valore: l’ortofrutta è così la categoria più esportata in assoluto. Le referenze di ortofrutta sono 162, di cui 16 sono bio, con un “assortimento funzionale alle vendite”.
Bonifazi ha ricordato i numeri generali del gruppo, primo in Europa e quarto al mondo e nello specifico della filiale italiana, presente nel Belpaese dal 1992 e che conta 780 punti vendita, 23 mila collaboratori, 12 centri logistici e un fatturato di 7,2 miliardi. La catena è la 28esima realtà italiana per giro d’affari, la quinta azienda nella GDO, la decima multinazionale estera attiva in Italia.
Avanti tutta con gli investimenti: “1,5 miliardi nei prossimi tre anni”
“Mediamente investiamo sul territorio italiano più di 400 milioni di euro, ogni anno, principalmente per nuovi punti vendita e centri logistici”, ha sottolineato Bonifazi. “Il prossimo piano triennale prevede investimenti per ulteriori 1,5 miliardi di euro (500 milioni ogni anno) per l’apertura di altri 150 nuovi negozi”.
Per quanto riguarda i prodotti, l’80% è italiano e a marchio proprio.
A livello infrastrutturale i format sono cambiati nel corso degli anni, con un aumento in particolare di quelli destinati alle aree urbane.
Bonifazi ha ricordato anche come l’azienda punti “ad instaurare con i propri partner relazioni di lunga durata. Tra il 2019 e il 2023 i nostri fornitori hanno registrato una maggior crescita in termini di ricavi, creazione di valore aggiunto, numero di dipendenti e produttività, rispetto ad altri fornitori comparabili”.
A tal riguardo la manager di Lidl ha sottolineato come il gruppo accompagni le aziende partner nelle vendite all’estero, “con le certificazioni necessarie e le garanzie finanziarie che la nostra azienda è in grado di offrire”.
Salvi: “Non criminalizziamo la plastica. Apriamoci al confronto”
Marco Salvi, nel commentare positivamente l’intervento di Bonifazi, ha sottolineato, con un pizzico di amarezza, come a differenza di Lidl, “le nostre catene italiane finora non abbiano avuto la forza per uscire dal nostro Paese e affermarsi all’estero”. Il presidente di Fruitimprese non ha inoltre nascosto la propria preoccupazione sulle normative riguardanti il packaging che verranno attivate dal 2030 e i paradossi che si creeranno. “Non si può prendere di mira solo il settore ortofrutticolo e vietare dal 2030 imballaggi di plastica inferiori a 1,5 chili. Mentre la nutella continuerà a vendersi la sua vaschetta di plastica da 15 grammi. Non si possono affrontare i problemi ambientali in questo modo”.
Bonifazi sul tema ha detto che “come gruppo ci siamo mossi per modificare queste situazioni”.
Salvi ha aggiunto: “La sostenibilità ambientale è importante ma non dobbiamo nemmeno criminalizzare la plastica che in ortofrutta serve anche per garantire che il prodotto arrivi al meglio. Certe scelte vanno condivise. Apriamoci al confronto”, ha concluso Salvi, tendendo la mano alla manager di Lidl. “Avviamo un percorso che porti ad un obiettivo comune. È una partita importante da non banalizzare. Servono trovare soluzioni utili per tutti”.
Emanuele Zanini