In certi supermercati di Milano i prezzi raggiungono i 23 euro al chilo. Ma l’altra faccia della medaglia della produzione delle ciliegie è lo sfruttamento di chi le raccoglie e si occupa dei campi: sei su dieci dei lavoratori controllati a Turi, nel Barese, questa mattina, giovedì 29 maggio, erano irregolari.
È il risultato dell’operazione effettuata oggi per la prevenzione e repressione sull’intermediazione e sfruttamento del lavoro, nonché del controllo del rispetto della normativa in materia di tutela della salute e della sicurezza, effettuato dai carabinieri della stazione di Turi e di quelli del Nucleo ispettorato del lavoro di Bari, come riporta Repubblica.

Sono state due le aziende sottoposte a controlli, entrambe operative nel paese in provincia di Bari, “patria” della ciliegia: oltre 22mila euro di multa e denuncia ai titolari, perché ritenuti responsabili di omessa formazione dei lavoratori e violazioni degli obblighi del datore di lavoro. Sono già state sollevate numerose polemiche per il boom del prezzo delle stesse ciliegie, schizzato alle stelle, a causa delle gelate di marzo e aprile.
Il calo subito nella produzione, infatti, è tra il 70-100 percento, un dato che, secondo Coldiretti, vedrebbe la necessità di “dichiarare lo stato di calamità, assieme a controlli serrati sui banchi al consumo”. Le varietà più colpite sono state proprio le ciliegie Ferrovia, simbolo della città di Turi, che a breve darà il via alla sagra dedicata a questa tipologia di frutto.