Le brassiche sono uno dei settori in cui più si è incentrata la ricerca genetica vegetale di Biogya Seeds, azienda italiana con sede a Tarquinia (Viterbo) che si occupa di ricerca e innovazione nel settore agricolo.
Quali risultati stanno avendo queste nuove varietà di brassiche e che vantaggio dà il proporre una ricerca sementiera tutta Made in Italy l’abbiamo chiesto a Francesco Buttinelli, seed supply manager & communications di Biogya Seeeds: “Con il nostro catalogo varietale stiamo riuscendo a guadagnare la fiducia di moltissimi agricoltori. La nostra ricerca è incentrata su tutte le specie di brassiche anche se in particolar modo verso la specie del cavolfiore con particolare attenzione a quelle che sono le varietà più tradizionali come il cavolfiore bianco e romanesco, senza però tralasciare quelli che sono trend di mercato come le varietà colorate, fino ad arrivare a veri e propri prototipi e varietà innovative. Ad oggi, proprio per i cavolfiori, siamo in grado di fornire una gamma capace di andare dai cicli precoci di 70-75 giorni, fino ad arrivare ai cicli colturali di 140-150 giorni. Avere una così ampia gamma di varietà valide in catalogo ci permette di soddisfare quasi totalmente quelle che sono le esigenze colturali degli agricoltori in tutta Italia, ma anche di fornire sugli scaffali dei consumatori, per tutto l’anno, quella che riteniamo essere un alto livello qualitativo per tutta la campagna vendite”.
“Avere un programma di breeding che viene svolto in ‘Italia per l’Italia’ – aggiunge Buttinelli – dà alla nostra azienda il vantaggio di selezionare varietà fortemente adattate al territorio, capaci di fronteggiare gli stress ambientali e fisiopatologici più comuni, il tutto con una visione molto chiara su quelle che sono le reali necessità e richieste degli agricoltori e del mercato. Uno dei nostri focus principali è quello di creare varietà dotate di buona resistenza ad agenti sia biotici che abiotici, dando un’arma di difesa ulteriore agli agricoltori, vista anche la costante riduzione dei prodotti chimici in uso in agricoltura”.

Il catalogo brassiche si allargherà ancora: “La risposta positiva che oggi stiamo ricevendo dal mercato e dai nostri partners ci sprona non solamente a trovare prodotti in grado di colmare i gap ancora presenti nel nostro catalogo varietale, ma a migliorare continuamente quelli che sono i nostri prodotti di punta. Obiettivo dei prossimi anni sarà sicuramente quello di creare varietà più tardive e che abbiano un ciclo di maturazione che superi i 200 giorni dal trapianto. I trend di mercato cambiano, così come le necessità degli agricoltori. La ricerca è sempre stato il focus principale della nostra azienda che è nata proprio con l’obiettivo di riuscire a portare soluzioni a quelle che sono le necessità sempre più frequenti di un mercato in rapida evoluzione. Ad oggi sentiamo che stiamo diventando un player rilevante nel settore delle brassiche ed è per noi motivo di grande vanto e il risultato di molti sforzi e sacrifici”.
Biogya ha due importanti partner scientifici, l’università di Perugia e il Consiglio nazionale delle Ricerche. “Al momento questi rapporti di ricerca ci danno l’opportunità di colmare le nostre carenze nella ricerca di base”, conclude Buttinelli. “Coltivare rapporti con enti di ricerca esterni ci dà l’opportunità di cooperare con scienziati che hanno importanti competenze dal punto scientifico e nella ricerca. Contemporaneamente in questa maniera andiamo ad individuare talenti e persone che nutrono passione in questo settore con cui avere importanti forme di collaborazioni. Affidarci a personaggi illustri e strutture pubbliche vanto del “Made in Italy” rafforza la nostra capacità di creare genetiche capaci di produrre valore aggiunto e ricchezza per tutta la filiera dell’agroalimentare”.
Cristina Latessa
L’articolo comparirà nel prossimo numero del Corriere Ortofrutticolo, in distribuzione a Fruit Logistica