Sarà che ottobre non fa più “ottobre”, la verità è che nella prima quindicina del mese a vendere cocomeri e meloni si sarebbero fatti, probabilmente, affari migliori. L’alta pressione in tutta Europa e le temperature ben al di sopra della media, con punte intorno ai 30° nelle ore centrali del giorno, non sono state la cornice migliore per stimolare i consumi dei prodotti tipicamente autunnali, soprattutto quelli che vanno consumati caldi, come le castagne.
Va un po’ meglio se guardiamo alla campagna dei cachi, dove si registrano volumi e prezzi generalmente in linea con gli anni precedenti: il riferimento di mercato, nelle fasi iniziali della stagione è il Persimon spagnolo per il quale l’intervallo di prezzo “reso nord-Italia” è oscillato tra i 2,10- 2,20 euro/kg per il 14- 16 frutti e quindi a scendere per i calibri più piccoli: 1,50-1,60 euro/kg per il 18 frutti; 1,20-1,10 per il 22 frutti.
Una linea a sé è costituita dai cachi Sharon, varietà tipicamente israeliana prodotta anche in Spagna: per questo prodotto i prezzi di vendita all’ingrosso hanno raggiunto i 3,00 euro/kg per il calibro 10-12 frutti lavorato in cartone 30*40, registrando un lieve aumento rispetto allo stesso periodo del 2022.
È iniziata la stagione anche per i cachi tradizionali nostrani (romagnoli in primis), con prezzi in vendita all’ingrosso dall’1,50 in su, fino anche a 2,30- 2,50 euro/kg per le pezzature maggiori extra quality. Per questo prodotto, il dato più rilevante è la drastica riduzione dei volumi disponibili e di conseguenza il mercato si è rivelato fin da subito molto vivace in termini di prezzo e richiesta.
Più critica è la situazione per il comparto castanicolo, con ritardi e consumi in calo anche del 30% rispetto alla prima quindicina di ottobre ‘22. Stiamo parlando di un prodotto con una shelf life relativamente lunga, certo, ma che vale in media 4,00-5,00 euro al kg e per il quale “fare stock” in attesa di un mercato più attrattivo, è comunque molto rischioso.
Non per ultimo, bisogna tenere in considerazione la concorrenza, in particolare quella francese e portoghese (ma in giro si vede anche prodotto d’oltreoceano): per tutti il rischio è perdere giorni utili, e allora si segue il mercato rivedendo i prezzi al ribasso, giù fino a 3,00- 2,50 euro/kg, ovvero in media 1,00- 1,50 euro/kg in meno rispetto al medesimo periodo del 2022. Più sostenuto il prezzo per i calibri medio-grossi che superano, in vendita all’ingrosso, i 4,50 euro/kg.
L’auspicio è che l’abbassamento delle temperature a livelli più consoni per la stagione e l’arrivo delle prime perturbazioni previste per la seconda metà del mese, stimolino i consumi e dunque normalizzino il mercato per i prodotti tipicamente autunnali.
Cosimo Papa