“Il caporalato e lo sfruttamento del lavoro sono pratiche ignobili e reati gravi che vanno accertate e perseguite dalle autorità preposte e denunciate da chi le subisce, in modo tale che magistratura e giustizia facciano il loro corso appurando le responsabilità. Grazie al servizio della giornalista Rai Eleonora Mastromarino abbiamo purtroppo avuto conferma che esistono ancora imprenditori senza scrupoli a fronte di centinaia di altri, la maggior parte, che nel comprensorio etneo danno lavoro vero e non lavoro nero”, così il presidente di Confagricoltura Catania commenta il servizio andato in onda sulla TGR Rai e sul TG1, che denunciava episodi di caporalato nelle campagne del catanese.
“Chi non rispetta le regole va condannato due volte, la prima perché infrangendo la legge lede i diritti e la dignità dei lavoratori, la seconda perché getta discredito su un comparto che, pur tra mille difficoltà legate all’emergenza sanitaria e non solo, rappresenta una larga fetta del Pil dell’Isola.
La legge sul caporalato, così com’è adesso, espone a rischi anche aziende che nulla hanno a che vedere con lo sfruttamento. Basta affidarsi a una cooperativa sbagliata, che non rispetta le norme per trovarsi proprio malgrado invischiati. Da tempo, con le altre organizzazioni di categoria, chiediamo una revisione della legge 199 del 2016 per meglio combattere l’odioso fenomeno del caporalato”.
“Da presidente di Confagricoltura Catania e presidente del Consorzio Arancia Rossa di Sicilia mi farò carico di proporre l’espulsione immediata dalla confederazione e dal consorzio che presiedo di aziende o imprenditori associati che si macchiano di caporalato. Cresciamo insieme grazie al lavoro e all’economia sana di cui la maggior parte degli imprenditori agricoli catanesi sono portabandiera”, ha concluso Selvaggi.