Forte accelerazione dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa”, che a luglio si porta al livello record di +9,1%, con un aumento che non si osservava da settembre 1984. Lo segnala l’ISTAT nelle sue stime preliminari. Accelerano, infatti, sia i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +8,2% a +9,1%) sia quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +8,4% a +8,7%).
E Federdistribuzione lancia l’allarme: l’aumento dei prezzi si sta gradualmente scaricando sul carrello della spesa, e in una fase di forte incertezza economica, le famiglie ricercheranno sempre di più risparmio e convenienza. “Il carrello della spesa, come da nostre attese, dopo mesi di crescita ad un tasso inferiore rispetto a quello dell’indice dell’inflazione generale, ha accelerato la sua corsa, allargando gradualmente la forbice”, commenta Carlo Alberto Buttarelli, direttore Ufficio Studi e Relazioni con la Filiera di Federdistribuzione. “Continuiamo a registrare un aumento dei costi di produzione dei beni di largo consumo su cui impattano diverse esternalità negative, tra cui gli aumenti dei beni energetici e delle materie prime, oltre agli effetti pesanti della siccità, che gravano in maniera significativa sulle filiere agroalimentari italiane”.
“Anche in questo momento di transizione politica è più che mai urgente continuare a sostenere in modo concreto e con tutte le azioni possibili le imprese e il potere d’acquisto delle famiglie, in particolare quelle delle fasce a reddito basso e con figli”, aggiunge Buttarelli.
“In questi mesi, le aziende della Distribuzione Moderna, con grande senso di responsabilità verso le famiglie, sono riuscite a non scaricare sui consumi tra i 2 e i 3 punti d’inflazione registrati in fase d’acquisto. Questa situazione è sempre meno sostenibile dalle imprese, poiché ne mette a rischio la tenuta economica. Quindi l’aumento dei prezzi si sta gradualmente scaricando sul carrello della spesa, e in una fase di forte incertezza economica, le famiglie ricercheranno sempre di più risparmio e convenienza. Una congiuntura che potrebbe compromettere nei prossimi mesi i consumi, in particolare dei prodotti agroalimentari di qualità, fiore all’occhiello delle filiere italiane di eccellenza”.
A luglio peraltro l’inflazione tendenziale ripiega di un decimo di punto percentuale dal record di giugno (+8,0%) a +7,9%, mentre l’indice dei prezzi al consumo registra un aumento dello 0,4% su base mensile.
L’inflazione acquisita per il 2022, ovvero quella che si otterrebbe ipotizzando una variazione nulla nella restante parte dell’anno, è pari a +6,7% per l’indice generale dei prezzi, e del +3,3% per la componente di fondo, (al netto degli energetici e degli alimentari freschi).
L’inflazione nell’Eurozona tocca un nuovo record: a luglio è salita all’8,9%, dall’8,6% di giugno, livelli mai registrati dalla nascita dell’Unione economica e monetaria. Lo rende noto Eurostat nella sua stima flash. La corsa dell’inflazione media continua a essere trainata dalla dinamica dei prezzi dell’energia: +39,7% a luglio, rispetto al +42% di giugno. Seguono alimentari, alcol e tabacco (9,8%, rispetto all’8,9% di giugno), beni industriali non energetici (4,5%, contro il 4,3% di giugno) e servizi (3,7%, contro il 3,4% di giugno). (m.a.)