L’importanza del comparto pericolo per l’Emilia Romagna è noto; altrettanto noto è il peso della Regione per l’intera produzione nazionale ed europea, in particolare per alcune varietà come l’Abate. L’Assessore all’agricoltura dell’Emilia Romagna Simona Caselli (nella foto), intervenuta alla conferenza stampa di ieri (leggi news) a Bologna per la presentazione della fiera verticale dedicata proprio a questo prodotto, FuturPera (Ferrara, 16-18 novembre 2017), ne è perfettamente consapevole e dimostra nei fatti di saper dare il giusto valore all’intera filiera dalla produzione in campo alla commercializzazione.
Non a caso, le misure adottate dalla Regione hanno in parte contribuito a delineare il quadro – più che positivo – della pericoltura locale: una produzione 2017 attorno ai 4,8 milioni di quintali, in crescita del 6% rispetto all’anno precedente; rese in aumento per tutte le varietà; superfici dedicate in estensione del 10% per le Abate, nonostante la lieve contrazione registrata per Conference e Decana.
Ma le politiche agricole non sono il solo punto a favore del comparto in Regione, come sottolineato dalla stessa Caselli: “La presenza dell’Oi e delle aggregazioni come Opera e Origine, che stanno valorizzando fortemente il prodotto e favorendo il consumo, ha avuto un ruolo fondamentale nel determinare la crescita dell’areale emiliano-romagnolo per la produzione di pere”.
Non mancano tuttavia alcune criticità: “Certamente la pericoltura sta andando incontro a problematiche – aggiunge Csaselli -, come quella della cimice asiatica, per la quale abbiamo investito 10 milioni di euro per la ricerca sulle difese passive. Al momento i dati sono incoraggianti e siamo fiduciosi di essere sulla buona strada. Tra l’altro questo settore – ha continuato Caselli – investe da tempo su lotta integrata e biologico, forme di produzione che vanno nella direzione della tutela dei consumatori; la sfida ora è promuovere le ottime proprietà nutrizionali della pera anche tra le fasce più giovani della popolazione”.
L’appoggio al comparto non si esaurisce mettendo a disposizione strumenti in campo, seppur di primaria importanza. Altro tassello fondamentale è l’internazionalizzazione. “Voglio darvi un’anteprima per quello che riguarda le barriere fitosanitarie. Recentemente è stato aperto un ‘dossier pera’ con la Cina che, nei prossimi mesi, ci vedrà impegnati in prima linea insieme al CSO di Ferrara per l’apertura del mercato alle nostre pere. Incontreremo le autorità cinesi e lasceremo diversi report, in particolare per l’IGP che ha i disciplinari più idonei all’export”, ha concluso l’assessore.
Chiara Brandi