Nella giornata di ieri si è tenuta l’ultima udienza per permettere ai risparmiatori di potersi costituire come parte lesa nella vicenda Bio-on .
All’appello si sono “presentati” ulteriori nuovi 300 ex azionisti arrivando in totale a quota 1.100 unità. Nell’udienza si è inoltre stabilito che il processo ai danni dei vertici dell’azienda bolognese inizierà il 6 dicembre. Rimane invece ancora aperta l’asta per la vendita del complesso strutturale e degli asset aziendali che nel secondo appuntamento è andata deserta.
La vicenda
Un vero e proprio terremoto finanziario, quello innescato dall’ex start up castellana guidata da Marco Astorri, visto che nel luglio di tre anni fa il titolo Bio-on sfiorava il suo record di Bio-on, 1.100 azionisti come parte civile
Terza asta il 26 ottobre
Intanto altro si muove sulla vicenda. Dopo il nulla di fatto a maggio e luglio scorsi, adesso i curatori fallimentari di Bio-on lanciano la terza asta, prevista per il 26 ottobre prossimo, per la cessione dell’intero patrimonio industriale, con una base di partenza di fatto quasi dimezzata rispetto alla prima tornata (95 milioni) e abbassata di quasi 20 milioni di euro rispetto alla seconda (era fissata a 72 milioni di euro). Sarà infatti di 54,5 milioni di euro la base di partenza con offerte in aumento di almeno 100mila euro. Il termine per presentare le offerte è per le 12 del 26 ottobre.
Migliaia gli azionisti coinvolti
Tra chi è rimasto toccato dallo scoppio di questa bomba, e poi costituitosi parte civile, ci sono centinaia di piccoli risparmiatori e azionisti italiani a cui si aggiungono anche nomi noti del mondo istituzionale e imprenditoriale. Tra gli altri c’è anche la società Ima. Tra le associazioni invece si contano: Adusbef, Codacons e Presidium (questa rappresenta il 15% degli italiani costituitisi parte civile in causa), seguiti da Banca Finnat e Zeropack, società che ha sviluppato il progetto delle bioplastiche con la Bio-on.
(fonte: Corriere Romagna)