La Clementina di Calabria IGP rinnova il disciplinare per adeguarsi in qualità e quantità alle mutate esigenze del mercato e consolidare il successo presso i consumatori.
La produzione, la prima per estensione nella regione dello Stretto (circa 10.000 ettari) già segue le regole della produzione integrata e biologica e si sviluppa negli areali di pianura della Piana di Sibari e Corigliano, nella Piana di Lametia Terme, in quella di Rosarno e della Locride. I soci del Consorzio sono 123 tra produttori e confezionatori.
In circa 60 Comuni calabresi si concentra quasi la metà della superficie agrumicola regionale. Il nuovo disciplinare allarga l’area di produzione a 66 Comuni, privilegia le varietà più vocate per la qualità, detta regole più stringenti per la commercializzazione e il confezionamento.
Obiettivi dichiarati, spiega il presidente Giorgio Salimbeni, “aumentare le quantità certificate, migliorare la conservazione e la qualità del prodotto da offrire ai consumatori”. E migliorare di conseguenza la redditività delle imprese produttrici , alle prese con una altalena dei prezzi e una grande volatilità del mercato.
Claudio Mazzini, responsabile freschissimi di COOP, che vende ogni anno oltre 26 milioni di euro di clementine, vede bene il nuovo disciplinare e invita i produttori del Consorzio ad avere più coraggio: “ Non vendete le clementine a prezzi umilianti e scegliete i canali di vendita che difendono e valorizzano il vostro prodotto. Le clementine sono un frutto dal grande potenziale e il Consorzio fa bene a lavorare sul miglioramento e la standardizzazione della qualità del prodotto migliorando la sostenibilità”.
Anche il presidente di Italmercati, Fabio Massimo Pallottini, accoglie positivamente le novità e invita il Consorzio della Clementina di Calabria Igp a consolidare il rapporto con i mercati all’ingrosso “dove c’è spazio per la vendita diretta , per le OP e per chi vuole promuovere le produzioni certificate” . (Red)