COME SCIOGLIERE I NODI SU CONSUMI E CLIMA? LAUDANI (FRESHFEL): “SERVE UNA PROGRAMMAZIONE LUNGIMIRANTE”

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di Cristina Latessa

Come arginare il calo dei consumi di ortofrutta che si registra nelle famiglie a basso reddito, composte in prevalenza da genitori con figli piccoli e cosa fare per difendersi meglio dal cambiamento climatico, spingendo per una programmazione più coordinata e strutturata delle risorse disponibili che risponda meglio all’urgenza della questione.

Saranno queste due delle principali tematiche che verranno dibattute all’assemblea generale di Freshfel, associazione europea che rappresenta l’intera filiera ortofrutticola, in programma il 15 e 16 maggio a Parigi, secondo le anticipazioni date al Corriere Ortofrutticolo dal presidente dell’associazione, Salvo Laudani (nella foto), che abbiamo incontrato a Fruit Logistica a Berlino.

“Il tema consumi è molto delicato – ci ha detto Laudani – e rischia di prendere una piega che può diventare una piaga. Si sono persi parecchi volumi di ortofrutta in tutti i canali commerciali e questi mancati acquisti sono sostanzialmente riconducibili a famiglie in difficoltà economiche con genitori giovani e figli piccoli, caratterizzate da un reddito al di sotto della media e colpite dalla corsa inflattiva dei prezzi. E’ una faccenda seria rinunciare a una parte significativa di consumi in queste famiglie giovani, quelle che dovrebbero tramandare le buone prassi alimentari. Questo problema non si risolve con la bacchetta magica. Ci vogliono progetti sostanziati da più attività, e questo si può fare a partire dal mondo della scuola ma si può fare anche in altri ambiti, in modo da interrompere il calo di consumi e risalire la china”.

– Presidente, ha parlato di scuola, come intervenire?

“Prendiamo il progetto “Frutta nelle scuole”: concettualmente è un ottimo progetto ma bisogna vedere come lo si fa. Se serve, per la buona esperienza di consumo che si propone, ad avviare i ragazzi e le loro famiglie verso un aumento degli acquisti di ortofrutta, benissimo, ma se quello che assaggi non è all’altezza del gusto e delle aspettative, allora diventa un boomerang. Per sostenere i consumi, l’importante è fare rete, serve una partecipazione di tutti gli attori più importanti, dai produttori all’investitore pubblico, senza disperdere le risorse. Ricordiamoci che il mondo ortofrutticolo compete con l’intero mondo industriale del food, un mondo di grande potenza economica che investe in Europa su marketing, comunicazione e promozione un budget che risulta più elevato del fatturato complessivo delle imprese dell’ortofrutta. Capite che la competizione è impari, dobbiamo quindi comprendere al meglio come ottimizzare ciò che abbiamo, senza sprecarlo in tanti rivoli improduttivi. Dovremmo anche puntare alla valutazione dei risultati. L’esperienza che fanno i ragazzi con “Frutta nelle scuole”, se gestita bene, deve portare a un aumento dei consumi, quindi ci vuole il feedback per capire se ciò è avvenuto oppure no”.

– Accanto alle politiche di sostegno dei consumi, cos’altro sarà al centro del dibattito dell’assemblea Freshfel?

“L’altro elemento importante è la richiesta di una progettualità più decisa ed efficace contro il cambiamento climatico. Anche lì ci vuole capacità di guardare il futuro a medio e lungo termine, e questa capacità ancora non la riscontro. Vedi, per esempio, il tema dell’acqua; un tema determinante soprattutto nell’area del Mediterraneo: basta dire che nel nostro Paese, ogni 100 litri di acqua potabile immessi in rete, 42 vengono dispersi. E che per servire 8.000 Comuni ci sono ben 13.000 acquedotti; è chiaro che una rete inefficiente causa tanti sprechi.

L’agricoltura è sul front line degli effetti determinati dal climate change, come ci insegnano le alluvioni dello scorso maggio in Emilia Romagna. Contrastarlo, significa proteggere la biodiversità.

Ci vuole più coordinamento in tutti gli interventi preventivi di contrasto, e meditare su più equilibrio e giustizia quando pensiamo agli effetti che il cambiamento climatico provoca su chi gestisce il suolo nel miglior modo possibile. Ciò significa riflettere globalmente e mettere in campo una programmazione di interventi che vada oltre i tempi di un mandato elettorale. La politica veramente illuminata deve saper gestire questa progettualità, andare oltre il termine di fine legislatura di un governo e questo vale sia a livello nazionale che europeo. Se rinunciamo alla progettualità e rincorriamo sempre le emergenze, bruciamo solo risorse e non risolviamo nulla”.

– L’Europa, anche sulla scia delle proteste dei trattori, è venuta incontro a richieste come lo stop alla proposta di Regolamento sui fitofarmaci e dato anche il via libera alla proposta di regolamento sulle piante ottenute con le Tecniche di Evoluzione Assistita-Tea. Buone notizie presidente?

“Sì, buone notizie, sui fitofarmaci il problema era mettere in piedi modalità e tempi per gestire bene progetti dalla visione positiva ma risultati affrettati nella loro attuazione. Ora ci affidiamo alla prossima legislatura.

Per quanto riguarda le Tea, il fatto di poter avere piante con la capacità intrinseca di resistere meglio al cambiamento climatico è un aiuto non indifferente. E’ un eccellente esempio che con la scienza e l’impegno di ciascuno, in un lavoro trasversale mirato a obiettivi comuni, si può provare ad affrontare la sfida del cambiamento climatico, rendendo piú resiliente un settore così esposto come è l’ortofrutta e l’agricoltura in generale”.

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