Il dibattito e l’orientamento normativo europeo sul tema degli imballaggi, ha portato il Consorzio CONIP ad interrogarsi e ritenere necessaria una quantificazione degli impatti ambientali del packaging prodotto dai consorziati per poi operare una valutazione della sostenibilità degli impatti del loro ciclo di riciclo rispetto alle ipotesi di rigenerazione e riuso.
“Siamo – spiega il direttore di CONIP Fabiola Mosca – il primo sistema autonomo nato con lo scopo di garantire la produzione ecosostenibile degli imballaggi di sua competenza e la loro corretta ed efficace gestione ambientale, su tutto il territorio nazionale, mediante il closed-loop che garantisce l’approvvigionamento, la ripresa, il recupero e l’avvio a riciclo delle casse del circuito consortile. Abbiamo commissionato uno studio alla società Valore Sostenibile ESG Consulting, per quantificare e valutare gli impatti ambientali relativi alla fase d’uso e di rigenerazione di una cassetta riutilizzabile rispetto all’impatto dell’intero ciclo di vita delle casse 100% riciclate a nostro marchio. Il Consorzio inoltre ha condotto uno studio LCA avente ad oggetto le casse in plastica a nostro marchio e ad ottobre 2023 è stata pubblicata la relativa EPD di settore (S-P-09896 Cassette in PP riciclato “Usa e Recupera” 360g ). Tali studi hanno consentito al Consorzio di conoscere in dettaglio l’impatto medio delle casse UER prodotte dai consorziati. Nello studio citato sono stati messi a confronto gli impatti del ciclo di vita delle casse “usa e recupera”, così come identificati nella EPD di Settore CONIP, con gli impatti delle fasi d’uso e rigenerazione di casse in PP a pareti abbattibili”.
“Per determinare tali impatti – precisa il direttore Fabiola Mosca – si è fatto riferimento allo studio “Mappatura delle pratiche di riutilizzo degli imballaggi in Italia: valutazione LCA della pratica di riutilizzo delle cassette a sponde abbattibili per il settore ortofrutticolo”, realizzato dal Gruppo di ricerca AWARE del Politecnico di Milano (Dipartimento di ingegneria civile e ambientale) per conto di CONAI, relativo alle pratiche di riutilizzo degli imballaggi in Italia. Il confronto con gli impatti della fase di uso e rigenerazione è particolarmente significativo in quanto essi si riproducono ad ogni ciclo di riuso e sono indipendenti dal numero stimato di riutilizzi. Lo studio comparativo ha dimostrato come l’impatto GWP (climate change) della sola fase d’uso e rigenerazione risulta maggiore dell’intero ciclo di vita delle casse a marchio CONIP (0,401kg CO2e) del 32,9% per lo scenario 1 (dati dello Studio Aware integrati in maniera conservativa per le fasi del ciclo di vita non considerate dallo Studio del Politecnico) e del 139,9% per lo scenario 2 (dati studio Aware integrati con dati primari di azienda utilizzatrice delle casse che opera la rigenerazione). I risultati di impatto mostrano come questi dipendano principalmente dai trasporti, dai consumi energetici e dal reintegro delle casse disperse”.
“Secondo tali risultati – afferma da parte sia il presidente di CONIP Domenico D’Aniello – il ciclo chiuso di riciclo gestito dal Consorzio per le casse “usa e recupera” risulta essere meno impattante da un punto di vista ambientale rispetto a qualsiasi ipotesi di riuso. Abbiamo voluto dimostrare con il nostro studio che se un sistema funziona non capiamo la necessità di volerlo cambiare con un altro che è meno sostenibile”.