La media giornaliera di navi in transito dal canale di Suez è scesa da 71 a 37 nei primi cinque mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023. Il dato, relativo all’impatto della crisi e delle tensioni nel Mar Rosso, è contenuto nello studio di Assoporti, l’associazione dei porti italiani e Srm, il centro studi del gruppo Intesa Sanpaolo, pubblicato oggi.
Le navi scelgono sempre di più la rotta del Capo di Buona Speranza, la circumnavigazione dell’Africa, come percorso più lungo ma sicuro. “La domanda di trasporto cresce, saranno 12,6 miliardi le tonnellate di merci trasportate via mare nel 2024” sottolinea lo studio. Ma “le tensioni nel Mar Rosso e le restrizioni all’utilizzo del canale di Panama per siccità spingono i traffici su rotte più lunghe”. A riportarlo è l’Ansa.
Inoltre i passaggi dal canale di Suez si sono ridotti del 50% nelle prime settimane del 2024 e con la scelta della rotta, più lunga, per il Capo di Buona Speranza, i noli marittimi verso il Mediterraneo sono saliti del 44%.
Quest’ultimo report, come riporta l’Ansa, pubblicato dal centro studi di Fedespedi, la federazione nazionale degli spedizionieri italiani, fa il punto sugli impatti della crisi di Suez, a sei mesi dallo scoppio, sui trasporti marittimi.
Ed è un quadro che racconta come le nuove rotte stiano avvantaggiando i porti del Mediterraneo più vicini allo stretto di Gibilterra, come Tangeri (il terminal Eurokai registra una crescita del 26%) e i porti spagnoli (complessivamente in crescita del 12,1%). Cresce il transhipment e calano i porti serviti con servizi diretti.
“I porti italiani evidenziano nel complesso una flessione del 3,2% nel primo trimestre del 2024 su cui pesa, tuttavia, anche l’andamento poco brillante del commercio internazionale nei primi due mesi dell’anno: esportazioni +0,6% e importazioni -10,4%. – spiega il presidente di Fedespedi Alessandro Pitto -. Occorre investire sulla nostra capacità di essere competitivi sul mercato del commercio internazionale, recuperando in questo modo eventuali quote di traffico perse a causa delle mancate toccate delle rotte presso i nostri porti”.
La situazione resta critica e restano le preoccupazioni. In particolare per quanto riguarda gli scali italiani lo studio evidenzia, fra quelli censiti: “in crescita La Spezia (+8,9%), Salerno (+5,1%) e Genova (+1,1%), mentre gli altri mostrano tutti un segno negativo, in particolare quelli adriatici, come Trieste, i cui risultati sono influenzati dalla riduzione delle attività di transhipment, Venezia e Ravenna“. Sul fronte dei ritardi negli arrivi delle navi, dopo il peggioramento iniziale la situazione è migliorata ma il tasso di puntualità di aprile è al 54,6% contro il 62,2% di aprile 2023.