La seconda edizione del World Pear Forum, l’importante appuntamento con l’informazione tecnica e commerciale che si sta svolgendo in questi giorni a FuturPera – Salone Internazionale della Pera, non poteva che trattare uno dei principali problemi del pero: la maculatura bruna. Causata dal fungo Pleospora allii, attivo prevalentemente nella sua forma di Stemphylium vesicarium, si è manifestata alla fine degli anni ’70 in Emilia Romagna ed è diventata la principale malattia fungina del pero in Italia, tanto da diventare la principale responsabile dei cali produttivi degli ultimi anni.
In apertura del convegno Marina Collina, del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari (DISTAL) dell’Università di Bologna, ha spiegato che: “Nelle ultime due stagioni vegetative i mutamenti climatici – precipitazioni frequenti e concentrate, temperature favorevoli allo sviluppo durante le fasi di maggiore sensibilità dei frutti – hanno fatto aumentare il problema: i rilasci conidici sono diventati costanti ed elevati, provocando infezioni incontrollabili. Questa situazione ha portato a nuovi studi e sperimentazioni, già in corso o programmate nei prossimi mesi. Verrà riconsiderata, ad esempio, la capacità di produrre tossine di S. vesicarium, valutata l’efficacia e persistenza dei prodotti fitosanitari e la loro capacità di dare origine a fenomeni di resistenza. Verrà inoltre preso nuovamente in considerazione il possibile ruolo di Alternaria spp. nell’originare i sintomi della malattia”.
A seguire si sono alternate le relazioni sulle prove in campo effettuate dall’Università di Ferrara, dal Consorzio Agrario dell’Emilia e da Astra che hanno evidenziato la grande diffcoltà di contenere la malattia una volta che si è manifestata, soprattutto in particolari condizioni climatiche. Se, infatti, la presenza di maculatura diventa importante nel mese di maggio, magari molto umido e piovoso come quello del 2019, l’infezione diventa così virulenta che diventa quasi impossibile intervenire. Dalle prove è emersa, dunque, l’esigenza di prevenire l’epidemia prima che la sua espansione pregiudichi la qualità della pera. Di prevenzione ha parlato anche Loredana Antoniacci del Servizio Fitosanitario della Regione Emilia-Romagna, che ha spiegato come stia dando qualche risultato utile l’alternanza di sostanze attive – le molecule alla base di diversi prodotti fitosanitari – utilizzate in miscela con prodotti di copertura.
In chiusura del convegno c’è stato un confronto tra tecnici di diverse realtà produttive – Maurizio Sgobbi di CICO/Mazzoni; Mansueto Andrea Rimondi di AFE; Maurizio Foschini di Agrintesa, Andrea Gozza del Consorzio Agrario dell’Emilia; Aleardo Bertazzoni du Consulenza Agronomica OP Corma; Maurizio Saltari di Fruit Modena Group – che hanno portato la loro esperienza nel trattamento della malattia fungina. Dai loro interventi e dale relazioni di centri di ricerca e di saggio è emerso che una promettente strategia di difesa potrebbe essere la riduzione del potenziale di inoculo. Per farlo, occorrerà fare in modo che il cotico erboso della pianta del pero venga trattato con microarganismi, quindi sistemi di origine naturale (tricoderma) oppure con il pirodiserbo, un sistema che prevede controllo fisico diretto delle infestanti facendo ricorso al fuoco.
Dal convegno del World Pear Forum sono emerse, dunque, informazioni interessanti e concrete per cercare di contenere un fenomeno che nei prossimi anni rischia di diventare ancora più aggressivo, complici i cambiamenti climatici in atto.
Domani focus sulla cimice asiatica
Domani, sabato 30 novembre, a FuturPera si parlerà della lotta all’altro grande flagella del pero e di alter colture: la cimice asiatica. Dalle 9.30 si terrà il convegno “Come affrontare le nuove sfide: l’esempio della cimice asiatica” dove questa tematica sarà trattata da tutti i punti di vista a partire dalla relazione del CSO Italy che aprirà il forum con un intervento sulle ultime tendenze della pericoltura italiana. Il convegno entrerà nel vivo con una serie di relazioni dedicate alla diffusione e alla gestione del problema negli areali colpiti a partire da “Biologia e diffusione della cimice Asiatica in Europa” di Lara Maistrello (Dipartimento di Scienze della Vita, Unimore). A seguire l’intervento “Cimice asiatica: esperienza e gestione territoriale in Emilia – Romagna” di Luca Casoli del Consorzio Fitosanitario di Modena e Reggio Emilia e quello che analizzerà “Le esperienze di monitoraggio e difesa in Piemonte” a cura di Luciana Tavella (Dipartimento Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari, UniTO). Chiuderà questa serie di interessanti interventi quello di un’esperta spagnola, Adriana Escudero (IRTA Catalogna) che parlerà di “La Cimice Asiatica in Catalogna: la situazione e le attività”.
Chiuderà questo importante focus su uno dei principali problemi fitosanitari della frutticoltura italiana una tavola rotonda che vedrà anche un confronto con i produttori, tra: Stefano Cocchi (Agrintesa), Albano Bergami (Oi Pera/Op Diamantina), Stefano Boncompagni – Servizio Fitosanitario della Regione Emilia – Romagna, Lorenzo Tosi (Agrea) e Gabriele Zecchin (Servizio Fitosanitario Regione Veneto). A moderare l’incontro ci sarà Giannantonio Armentano, giornalista dell’Informatore Agrario. Il World Pear Forum si terrà nella Sala Plenaria (Decana).