DAZI, SALVI PREOCCUPATO: “TEMIAMO GRAVI CONTRACCOLPI PER LE TECNOLOGIE”

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Meno di 50 milioni di euro di export di ortofrutta fresca verso gli USA nel 2024, quasi tutto kiwi. Un valore che non toglie il sonno a Trump e ai suoi consiglieri. I dazi annunciati non impattano direttamente sul nostro export verso gli USA. Però…

“Però – dice Marco Salvi (nella foto), presidente nazionale Fruitimprese – bisogna fare due premesse. Uno: siamo imprese produttive e commerciali che da decenni operano nel commercio internazionale e come tali siamo liberisti e quindi fermamente contrari a qualunque tipo di protezione, dazi, tariffe. Siamo per i mercati aperti e ci fa piacere anche l’approvazione e il consenso del presidente Sergio Mattarella. E non sottovalutiamo gli enormi danni che i dazi annunciati da Trump faranno all’export delle eccellenze del nostro food come vino, formaggi, pasta, salumi. Due: a valle dell’ortofrutta fresca c’è un indotto importante di macchine, tecnologie di lavorazione della frutta, logistica e servizi che vede l’Italia tra i maggiori player a livello internazionale e che potrà subire gravi contraccolpi dalla chiusura del mercato americano”.

Adesso che si fa?

“Intanto bisogna prendere atto della svolta protezionista degli USA e studiare contromosse a livello europeo. Sento parlare di contro-dazi: sono scelte che vanno valutate e ponderate con prudenza, facendo i conti precisi delle conseguenze, per evitare che non si trasformino in un boomerang, in un danno di ritorno per noi. Poi c’è il tema valutario”.

Il dollaro che si è indebolito?

“Certamente, gli USA stanno dimostrando di voler tenete il dollaro debole per essere sempre competitivi sui concorrenti diretti. Comunque vada l’America non intende rinunciare all’export, elemento fondamentale della loro forza economica”.

Siete liberisti, ma qui sta tornando il protezionismo su larga scala?

“Siamo per i mercati aperti, liberi ma con un solo limite: servono regole precise e reciproche. E qui l’Unione europea deve intervenire per evitare che i prodotti dei Paesi terzi ci invadano senza rispettare quelle regole e regolamenti che l’UE impone alle imprese italiane ed europee. A queste condizioni, se la competizione è leale e rispetta le regole, le imprese italiane dell’export/import non hanno paura di confrontarsi coi mercati internazionali, purché siano garantite le stesse condizioni di partenza”.

C’è una nuova ‘visione’ in Europa circa l’agricoltura…

“Abbiamo recentemente incontrato il ministro Lollobrigida e il nuovo commissario europeo Hansen ricavandone una prima impressione molto positiva. Hansen si dimostra molto competente e preparato sui dossier. E’ fortemente convinto del cambio di rotta su Green Deal e Farm2Fork. Non si discute la transizione ecologica ma serve meno ambientalismo ideologico e più pragmatismo che tenga conto della sostenibilità vera e della competitività reale delle nostre imprese. Alle quali Hansen riconosce un ruolo di primissimo piano per la sicurezza alimentare e la salvaguardia del territorio e dell’ambiente, dove si trovano ad affrontare le conseguenze del cambiamento climatico che tra alluvioni e fitopatie minaccia da vicino le nostre migliori zone produttive e le nostre produzioni di eccellenza regine dell’export”. 

Lorenzo Frassoldati

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