DAZI USA, UNITEC GUARDA OLTRE: IN VALUTAZIONE LA DELOCALIZZAZIONE

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Il Corriere Ortofrutticolo ha approfondito con Angelo Benedetti (nella foto), presidente di UNITEC gruppo internazionale specializzato da oltre 100 anni nella progettazione e realizzazione di innovative soluzioni per la lavorazione, calibratura, classificazione della qualità e confezionamento di frutta e ortaggi, alcune domande relative ai dazi USA.

Come ed eventualmente in che misura i dazi imposti da Trump potranno penalizzare il comparto dei macchinari e delle tecnologie?

L’imposizione di dazi sulle macchine e tecnologie volte a supporto dell’agricoltura prodotte in Italia, potrebbe ridurre i rapporti commerciali delle aziende del settore, rendendo i loro prodotti meno competitivi sul mercato statunitense e potenzialmente causando una diminuzione delle esportazioni.
Per quello che ci riguarda, siamo sul mercato USA da moltissimi anni e con grande stabilità con 4 sedi operative e con un organizzato service post vendita. Temevamo questa eventualità e siamo pronti ad affrontare, con ogni sforzo, queste penalizzazioni che affliggono l’intero comparto, positivi del profondo legame con i nostri clienti verso i quali operiamo al loro fianco come partner tecnologico.

Per quanto vi riguarda, come Unitec, quanto pesa il mercato statunitense nel vostro business. Pensate ci potranno essere ripercussioni sui vostri programmi negli USA e sulle vostre vendite o pianificazioni effettuate? Ed eventualmente in che misura?

Per UNITEC il mercato americano è decisamente molto importante frutto di anni di investimento e lavoro e oggi è senza dubbio un nostro punto di riferimento. Il nostro progetto prevedeva una crescita significativa su questi mercati e ora rischiamo che si rallenti. Dobbiamo capire come gestire i tempi tra l’attuazione dei dazi e le consegne in essere. Una situazione che ci coinvolge anche a livello amministrativo, un problema che si traduce in un’incidenza del +20%, dato decisamente non trascurabile. Questo a noi come ad altre aziende fa molto male e ci obbliga ad una riflessione sulla necessità di delocalizzare la nostra produzione.

La situazione che si è creata negli Stati Uniti potrebbe farvi cambiare strategia commerciale nel breve-medio termine puntando su altri mercati?

Più che cambiare strategia, adottiamo da sempre un approccio dinamico, siamo un‘azienda in continua evoluzione, con una storia di oltre 100 anni, impegnata in tutto il mondo. Il nostro orientamento innovativo ci porta tutti i giorni a migliorare la qualità delle lavorazioni dei prodotti ortofrutticoli, fornendo soluzioni tecnologiche brevettate “su misura”, dedicate a tutte le tipologie di frutti e per ogni fase del processo, con i più alti standard di affidabilità e redditività per i nostri clienti ed è questo aspetto che si ha fatto apprezzare anche sul mercato statunitense e ci auguriamo che questi aspetti rimangano vivi nonostante l’accrescimento dei costi.
Siamo da sempre forti del nostro 100% made in Italy, a garanzia della qualità ed efficienza delle nostre tecnologie. Punti di forza che ad oggi ci rendono unici sul mercato e realizzano il nostro successo.
È decisamente necessaria una riflessione più ampia su cosa fare, la scelta più ovvia da percorrere sarebbe produrre su quei mercati che hanno emesso i dazi valutando non solo i costi di produzione ma soprattutto come poter produrre senza avere i nostri tecnici altamente specializzati che sono alla base della nostra produzione e del nostro successo.

Emanuele Zanini

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