“Grande soddisfazione per l’approvazione del decreto flussi che garantisce presenza di immigrati regolari e garanzia alle imprese di poter impiegare forza lavoro regolare”. Lo dichiara Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste in seguito al via libera del Governo Meloni all’ingresso in Italia di altri 500 mila lavoratori stranieri dal 2026 al 2028 dopo i 450 mila del triennio 2023-2025, definita dal Governo, “manodopera indispensabile al sistema economico e produttivo nazionale e altrimenti non reperibile”.
“Ci siamo impegnati per contrastare l’immigrazione irregolare e per garantire la possibilità a chi rispetta le regole di contribuire alla crescita economica dell’Italia così come dare la possibilità a chi arriva di avere una opportunità di integrazione e formazione“, prosegue Lollobrigida. “Con i flussi triennali, inoltre, si pone fine al caos preesistente durato troppi anni. Abbiamo lavorato con la collega Calderone, il ministro Piantedosi e il vicepremier Tajani e ancora una volta nel rispetto delle leggi puntiamo a garantire le nostre imprese e un modello civile di immigrazione. È una risposta chiara e pragmatica a chi per decenni non è stato in grado di fare lo stesso e tenta ancora oggi di ostacolare in ogni modo un modello che garantisca l’immigrazione regolare e finisce quindi per agevolare un modello utile solo alla criminalità che produceva danni alla nostra società e agli stessi immigrati irregolari. Abbiamo permesso a lavoratori stranieri di venire in Italia più di ogni passato governo ed è stato possibile proprio perché più di ogni altro governo abbiamo fermato immigrati irregolari”.
Anche Coldiretti si dice soddisfatta del nuovo decreto flussi che “rappresenta un importante passo avanti per garantire la disponibilità di lavoratori nei campi e, con essa, la produzione alimentare nel Paese”, sottolinea l’organizzazione sindacale al varo del provvedimento da parte del CdM, che porta a 47mila la quota complessiva di stagionali agricoli gestite dalle associazioni agricole, con l’obiettivo di semplificare le procedure di assunzione, facendo incontrare realmente domanda ed offerta.
“Uno dei problemi principali del meccanismo del decreto, più volte denunciato da Coldiretti, era legato al fatto che i lavoratori ricevevano spesso il nulla osta quando le attività di raccolta erano terminate. In tale ottica è fondamentale lavorare a una velocizzazione dei processi all’estero, attraverso il diretto coinvolgimento dei consolati.
Ma la gestione delle associazioni agricole consente anche di togliere spazio ai fenomeni criminali a partire da quello del caporalato transnazionale, rilevato nell’ultimo Rapporto sui crimini agroalimentari in Italia, elaborato da Coldiretti, Eurispes e Fondazione Osservatorio agromafie. Si tratta di vere e proprie organizzazioni malavitose attive tra Italia e Paesi extra-europei, che agiscono come agenzie informali di intermediazione illecita della manodopera agricola.
“Un cambio di passo importante da parte del Governo – commenta Romano Magrini, responsabile lavoro di Coldiretti – al quale deve ora seguire il definitivo superamento del click day permettendo alle imprese di presentare le richieste durante tutto l’anno, con il supporto delle associazioni agricole e in base alle reali esigenze stagionali. Ci sono peraltro le premesse per poter portare le quote nei prossimi tre anni anche a 50-60mila lavoratori”.
Sono circa un milione i lavoratori impiegati nelle 185.000 aziende agricole che assumono manodopera, per un totale di oltre 120 milioni di giornate lavorative l’anno, secondo l’analisi Coldiretti. Oltre un terzo della forza lavoro nei campi proviene da Paesi esteri, con lavoratori rumeni, indiani, marocchini, albanesi e senegalesi tra i più numerosi.