“Tutti pronti ad elogiare le imprese agricole ed agroalimentari che durante il lockdown non si sono “fermate”. Imprese che hanno stretto i denti (e la cinghia) per dar da mangiare a tutti!
Imprese che ora vengono “ringraziate” tagliandole fuori da ogni sostegno, proprio per colpa di quei “miseri fatturati” tirati su tra mille difficoltà”.
A dichiararlo attraverso un post sulla propria pagina facebook è Sergio Marini, presidente di Copagri Umbria, già presidente di Coldiretti nazionale.
“Mi chiedo se non sia il caso di spiegare a coloro che scrivono i decreti che per molte imprese tenere aperto di questi tempi costa più che chiudere“, afferma ancora Marini.
“E’ vero, la gente dei campi e i produttori di cibo, non si sono fermati, ma il prezzo é stato alto, in questi mesi hanno accumulato perdite economiche, hanno acceso nuovi debiti, hanno fatto sacrifici enormi e passato notti insonni.
Questa gente non si è fermata, ma ha venduto i prodotti sotto costo….perché una produzione agricola non si ferma con un interruttore, perché molti clienti HORECA sono rimasti chiusi e perché la GDO è stata sempre pronta ad approfittarsi di tutto questo.
Questa gente, non si è fermata, ma ha accumulato una montagna di crediti inesigibili, perché molti acquirenti sono ormai alla canna del gas, stremati da mesi di aperture a singhiozzo. Tutto questo i produttori di cibo lo hanno fatto perché di fronte ad un Paese in difficoltà non si sono tirati indietro.
E tutto questo, a coloro che scrivono “i decreti”, andrebbe fatto capire”.