Nel giro di una settimana, negli Stati Uniti, dichiarano default due aziende specializzate nella consegna a domicilio di food in 15 minuti. E Mario Gasbarrino (nella foto), Ad di Decò e consigliere d’amministrazione di Cortilia, coglie la palla al balzo per un commento pepato su Linkedin: “Secondo voi questo ha qualcosa da insegnarci? Io penso di sì!” E cita una frase di Brittain Ladd, consulente della catena di approvvigionamento alimentare che in passato ha lavorato anche per elaborare la strategia di Amazon: “Il peggior modello di business mai creato è stato la consegna rapida di generi alimentari”.
Le aziende che hanno chiuso i battenti sono Fridge No More, startup che offriva consegne rapide senza commissioni; e Buyk, protagonista del delivery di generi alimentari in 15 minuti a New York City e Chicago senza alcun ordine minimo o commissioni. Centinaia i licenziamenti.
Alessandro Nesti, consulente di imprese alimentari, interviene sul tema dei margini: “L’insostenibilità del delivery inizia a presentare il conto: se stai ed operi nelle regole legislative tutto è meno facile e scintillante di come appare, ma fa comodo farsi portare una banana a casa in 15 minuti al medesimo prezzo di acquisto che trovi al supermercato”, scrive Nesti venendo incontro a quello che è anche il Gasbarrino-pensiero. “Esatto – commenta il manager campano – la modalità può cambiare ma che la merce portata a casa debba costare di più non ci piove: i miracoli lasciamoli fare a che è più competente in materia”.
E nel dibattito sul social c’è anche chi fa presente l’eccesso di offerta di un servizio che aveva la sua ragion d’essere soprattutto in tempo di lockdown: “Un bisogno di servizi di delivery di tale portata, in una situazione fisiologica di normalità, semplicemente non esiste”, si legge in un commento al post di Gasbarrino. (m.a.)