L’addio all’Italia e ad altri Paesi di Gorillas, gli scricchiolii che si avvertono tra protagonisti di punta come la turca Getir, che ha già tagliato qua e là il personale: il Quick-Commerce è alla canna del gas?
Se lo chiedono i player della GDO, gli addetti ai lavori e gli stessi consumatori, colpiti dalla veloce parabola con repentino cambio di marcia post-pandemia.
Ritorno alla socialità, effetto guerra, boom dei costi energetici, impazienza degli investitori, timori sulla situazione economica generale, ma anche una certa insoddisfazione dei clienti per i tempi di consegna non sempre rispettati: un mix micidiale sta affossando le aziende che hanno puntato sulla consegna veloce di cibo.
Anche sui social il tema è caldo: su Linkedin l’AD di Decò Mario Gasbarrino, intervenuto a fine maggio all’evento “Protagonisti” del Corriere Ortofrutticolo-Gemma Editco Group, ha pubblicato un’immagine che mette a confronto la situazione in Europa nel 2019 e nel 2022 in cui balza all’occhio il rapido affollamento di player di settore.
Interessante il commento del manager: “Per arrivare a un livello di saturazione e di concorrenza così il retail fisico ci ha messo 50 anni, il Quick Commerce lo ha fatto in meno di tre! Ecco perché la vera disruption non è il cambiamento ma la velocità del cambiamento, anche se a volte essere solo veloci non basta”.
Per Gasbarrino il comparto ha lo stesso problema di sostenibilità economica dell’online alimentare, una sostenibilità resa ancora più difficile dallo scontrino basso (“nel contenitore delle pizze non ci sta tanta roba”). E poi c’è il tema dell’offerta limitata e poco differenziante: “Come renderla redditizia e fidelizzante?”, si chiede Gasbarrino. Che, ancora, parla di “eccessiva concorrenza in un mercato che per stare in piedi può permettersi uno/due player per territorio e in cui vince chi resta in piedi per ultimo”.
“Ho l’impressione che sia iniziata la fase di selezione – aggiunge – ma attenzione: il Quick Commerce non sparirà, si salveranno in pochi, come è giusto che sia”.
Gasbarrino non ha dubbi: “Il retail alimentare, che sia fisico o che sia online, ha due caratteristiche specifiche che non vanno mai ignorate: convenienza e volumi. Spesso l’una sorregge l’altra in maniera biunivoca. Detto questo, il business deve essere anche sostenibile: chi vi riesce, qualunque sia la modalità, vince”.
Per il manager, insomma, bisogna trovare il modo per rendere il Quick commerce più profittevole. Ma intanto, a quanto pare, la selezione è solo all’inizio.
Mirko Aldinucci
mirko.aldinucci@freshcutnews.it
(fonte: Freshcutnews.it)