DRAHORAD: “COSA CHIEDE DI LENARDO NELLA LETTERA?”

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Il drammatico gesto di Bruno Di Lenardo, suicidatosi l’antivigilia di Natale dopo il rogo sviluppatosi all’interno dell’azienda di famiglia (leggi news 1 e 2), ha scosso il mondo dell’ortofrutta. Sulla vicenda riportiamo qui di seguito un commento di Rolando Drahorad (nella foto), esperto professionista di lungo corso del settore e presidente di Ncx Drahorad.

"La tragica morte di Bruno di Lenardo ha colpito indubbiamente ogni imprenditore impegnato sul lato commerciale e distributivo della filiera ortofrutticola. Non l’ho mai incontrato personalmente ma di operatori come lui ne ho conosciuti a centinaia in Italia ed all’estero e conosco perciò il loro DNA mentale.

Dovendo rapportarsi durante ogni stagione con tantissimi interlocutori ed affrontare mese dopo mese sempre situazioni nuove e diverse l’una dall’altra accumulano da un lato un’insolita conoscenza della psiche umana e dall’altro una non comune resistenza alle avversità. Le ragioni per le quali Bruno è arrivato a compiere un gesto così estremo rimangono pertanto un grande punto interrogativo.

Certamente chi avrà letto i 10 biglietti lasciati prima di morire potrà farsi un quadro abbastanza preciso ma non è il singolo caso che qui voglio esaminare ma lo stato generale nel quale si trovano le persone che, o per scelta o per tradizione, fanno questo mestiere. Se anche l’avvento della grande distribuzione ha ridotto il numero di attori necessari per rifornire la catena distributiva sono ancora migliaia i protagonisti che, sia nelle zone di produzione come sui mercati all’ingrosso e negli uffici import-export, ogni giorno si dedicano alla moltitudine di operazioni che richiede la distribuzione dell’ortofrutta fresca. Essi si trovano invischiati in ingranaggi sempre più complicati e complessi che li occupano spesso per 10-12 al giorno per tutto l’anno che però non riescono più a governare secondo il proprio buonsenso.

C’è la materia prima di qualità che scarseggia, il numero di clienti che diminuisce, la bontà del credito sempre più in forse. Ci sono poi gli operai e gli impiegati che non si possono licenziare, i fornitori che premono per gli incassi, le banche che non collaborano come prima e l’agenzia delle entrate che è in agguato minacciosa".

Rolando Drahorad

Presidente Ncx Drahorad

 

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